La gloria le è piombata addosso alla velocità di un lampo: la sua tazza di tè ricoperta di pelle di gazzella che aveva battezzato Déjeûner en fourrure (Colazione in pelliccia), l’ha resa celebre nel 1936, ad appena 23 anni. In un attimo è diventata l’icona dei surrealisti. Questa gloria, però ha quasi distrutto la giovane artista ribelle.
Breve biografia
Di madre svizzera e padre tedesco, Meret Oppenheim è nata nel 1913 a Berlino.
Cresciuta a Steinen (Germania), Basilea, Delémont e Carona, nel 1932 se ne va a Parigi per diventare artista.
Accolta nel gruppo dei surrealisti, nel 1936 espone “Déjeuner en fourrure” e “Ma gouvernante – my nurse – mein Kindermädchen”, che diventano immediatamente oggetti di culto del Surrealismo.
Ritornata definitivamente in Svizzera nel 1939, Meret Oppenheim precipita in una crisi depressiva, da cui uscirà soltanto verso la metà degli anni ’50.
Nel 1975 ottiene il Premio d’arte della città di Basilea e nel 1982 il Grande premio della città di Berlino.
Morta nel 1985 a Basilea, oggi Meret Oppenheim viene considerata la più grande rappresentante femminile dell’arte svizzera del 20esimo secolo, assieme a Sophie Tauber-Arp.
Meret Oppenheim fu un’altra artista ebrea impegnata nel cosmopilitismo artistico che crollerà sotto i colpi della delusione del “grande progetto” stravolto dalla guerra.
buona lettura – link:
Meret Oppenheim, di Valeria Palumbo — daniela dintorni
il cantiere è ancora aperto