Picasso: Cubismo o Frantumismo? 2/2

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Les Demoiselle d’Avignon di Pablo Picasso 19o6/7

Tornando al Capolavoro Les Demoinselle d’Avignon” dopo aver fatto una analisi politica e storica nel contesto del quale prese forma e luce l’opera, riprendiamo ad analizzare lo “stile” pittorico dell’opera. Osservando l’opera notiamo che stilisticamente di cubistico c’è poco o niente. Le linee sono curve, la profondità è bidimensionale, scarsa è la coloristica. Il quadro si presenta non più come la pittura tradizionale vuole, ma come la nuova grafica moderna esige: essere veloce da eseguire e fumettista. Prima di quel quadro Pablo Picasso ebbe un incontro con Marcel Duchamp allacciando buoni rapporti. Poù avanti Marcel Duchamp prenderà base logistica a Roses in Spagna, nella sua prima residenza estiva spagnola avuta in concessione da Salvador Dalì. Quel nome “Roses” lo accompagnerà per tutta la vita.


Come e dove nasce l’idea del Cubismo?

C’è un altra premessa da sottoporre, ed è che, la politica che intreccia la storia con l’arte ha una radice profonda. Per sradicare il tronco bisogna zappare in profondità.
Come già accennato in un altro articolo, a Picasso l’idea estetica del cubismo pittorico glie la porta Marcel Duchamp suggerendogli il pozzo dove andare ad attingere le idee. Marcel Duchamp incontrò Picasso presso la base logistica degli intellettuali cosmopoliti nella “Sinagoga del sabato sera” in casa Gertrude Stein a Parigi, la quale, su Pablo aveva un forte carisma e simpatia che circuirà. Praticamente Picasso a breve verrà mantenuto di sana pianta da un giro di posta tra i ricchi ebrei americani attraverso i fratelli Stein al fine di mettere in piedi un progetto ambito: Creare il più grande e prestigioso Mercato d’Arte moderna in Francia con base al Salon d’Automne.
L’ambito progetto era d’impinguire il forziere dei cosmopoliti europei attraverso la più accreditata Borsa al mondo in materia d’Arte Moderna. Al mondo non c”era un simile mercato ufficiale, si trattava di metterlo in piedi e legalizzarlo, cosicché la comunità cosmopolita francese attraverso quei contributi economici dei “Fratelli americani”, li avrebbero finalizzati nelle manovre eversive internazionali da realizzarsi sulla spinta imperialista del 26esimo Presidente americano Theodore Roosevelt, progetto per la rivincita e conquista della Russia aggiungendola alla ista delle battaglie e a tutti gli imperi monarchici d’Europa e nel mondo da conquistare. Per Roosevelt la monarchia doveva sparire dalla politica e la Democrazia, sua sostitutiva, avrebbe regnato il mondo. L’interesse dei cosmopoliti per la Democrazia doveva diventare elemento essenziale per camuffare tutte le manovre ombra per la loro espansione e dominio assoluto.

La base logistica Americana in Europea, come in precedenza, fu ancora la Francia giacobina. La Francia, con la ghigliottina aveva dato modo di farsi rispettare nel mondo come crudele ed intrigante, maestra nella manipolazione intellettuale e regina delle parole eversive.

Con la disfatta della Spagna di fine secolo ottocento, le tratte marittime spagnole conquistate dagli americani e i relativi porti annessi finirono di proprietà Usa, Per una politica di convivenza con gli alleati, molte tratte e rotte furono cedute su licenza agli inglesi.

In casa Gertrude Stein Ci fu una bella discussione animata con Pablo Picasso sull’avvenuta sconfitta della Spagna. Picasso lamentava la prepotenza americana e la fame cui furono sottoposti i cittadini spagnoli a causa del ferreo embargo (strangolamento commerciale) sul furto geopolitico delle colonie asiatiche subìto per mano dei “fratelli giudei americani”, Colonieasiatiche che furono cedute per qualche milione di dollari, danaro che la Spagna dovette restituire con gli interessi per la guerra persa. Gertrude Stein, giudea americana pure lei, faceva notare a Picasso che comunque, tutto ciò che è americano – essendo divenuta l’America un potere ebraico – tutto ciò era anche suo perché ebreo, e quindi, in lui si designava – se disponibile al gioco – la figura del futuro Governatore occulto in Spagna in materia d’arte. Pablo Picasso accettò la sfida e il ruolo. Capito il gioco internazionale dei Fratelli di fede fu per lui una scelta audace e sincera.

Infatti, nel 1936 Picasso diverrà Direttore del Muse Prado, carica che dichiarerà non aver mai professato ma profonde tracce sul contrabbando di Arte classica condurranno a lui come le opere classiche di El Greco ed altri artisti classici spagnoli dichiarate distrutte durante la Guerra Civile spagnola 1936/39 e ritrovate casualmente Chicago. Il ruolo di Direttore del Prado, Picasso lo esercitò da sempre in quanto non diede mai le dimissioni da tale carica fino ed oltre la morte. Sull’amministrazione del Prado, Picasso veniva sempre informato di tutto e tempestivamente.

La copertura sulle transizioni dei capitali illeciti legalizzati, doveva avvenire – come in passato – attraverso Banche straniere o private residenti in Francia. Tale Mercato era diretto da agenti delle finanze al servizio del capitalismo internazionale cosmopolita. Gli insospettabili agenti consenzienti sulle transizioni, erano anche titolari, direttori o manipolatori delle correnti artistiche in voga in Francia. I finanziamenti avvenivano come in passato con gli impressionisti (vedi scheda di Monet e Césanne), che attraverso i loro quadri super pagati, importarono nella economia europea gli illeciti finanziamenti americani. In tal modo veniva eluso per mezzo secolo il controllo fiscale da parte del Ministero della Finanze di Francia sull’Arte.

Questa premessa ispettiva ci conduce al vero inventore del modello pittorico “frantumista” presente nel quadro “Les Demoiselle d’Avignon”. La scoperta partirà da una sbadata soffiata involontaria ad opera di Fancis Picabia (ubriaco e drogato come sempre) dandoci una rivelazione sorprendente che ci permetterà di identificare il Superiore che stava ai vertici dell’organizzazione artistica ” Avanguardia” in Francia.

Chi era?

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Isidore Ducasse – Lautreamont

Il nome segreto dell’innominato Leader (poeta), in molti lettori desterà grande sorpresa. Il nome cui Picabia si riferiva era un noto Poeta di fine secolo ottocento che per l’anagrafe francese risultava essere morto. Eppure, tale agente mai morto divenuto “ombra” dirigeva e copriva tutte le malefatte finanziarie delle Avanguardie in Francia. La Talpa, se tale possiamo definirla, era imboscata presso l’Intendenza di Finanza francese, poeta risorto da Francis Picabia spifferandoci il nome del micidiale poeta maledetto Isidore Ducasse conte di Loutreamont compositore dei Canti di Maldoror.
Per l’anagrafe francese il cittadino Isidore Ducasse studente universitario già compositore d’opera, risulta essere figlio di un diplomatico francese di stanza a Montevideo, però il signor Isidore Ducasse, da un certificato medico risultava in Francia, malaticcio e morto improvvisamente di febbre. Un documento medico lo attestava, ma poco si sa su chi fosse il medico firmatario. La famosa prassi che i dirigenti cosmopoliti devono frequentare i primi due anni universitari di medicina rimane ancora oggi un mistero insoluto.

Di Isidore Luciern Ducasse poco si sa su vita e morte, tanto meno dove sia stato sepolto. Per gli studiosi di lettere francesi, storici e bibliografi di Isidore Ducasse, nello studio mancano moltissimi indizi per riuscire a ricreare un profilo preciso del poeta. Tutto ciò che sappiamo di lui, sono solo confidenze avute da un suo ex compagno universitario di studi. Dalla narrazione risulta Ducasse essere un personaggio schivo e riservato, mentre seguendo le sue bibliografia studentesche, Ducasse ci svela essere di origine ebrea e lo ammette lui stesso quando dichiara che nella sua università i testi dovevano essere tradotti prima in greco poi in aramaico. Da qui si può risalire sul modello di conduzione universitaria e chi poteva accedere o no alla “prestigiosa” Università Sorbona.

Sempre dalle confidenze dell’amico universitario, pare Ducasse non avesse mai avuto amori e quindi figli, ma da un indagine fisiognomica ci troveremo davanti ad una sorpresa che impegnerà i futuri bibliografi sulla ricostruzione familiare e dinastia di Isidore Ducasse.
Pare abbia avuto una figlia fatta adottare in America. Trattasi di una nota spia americana anche lei pervenuta in Europa per “servizi” americani in Francia ed infine punita con l’esproprio totale dei beni personali (quadri e capitali) per ragioni non poco chiare ad opera degli eredi della convivente Gertrude Stein. (controspionaggio scoperto?). Il comportamento spionistico di Alice B. Toklas in Francia si rivelerà importantissimo per le nostre indagini.

Alice Babet Toklas

A questo punto possiamo dedurre che: un “agente ombra” cosmopolita scoperto, dichiarandosi ebreo e quindi senza Patria – deresponsabilizza la nazione dove opera da tutti i mal servizi resi a Stati terzi. Tali servizi, una volta vincitori, se letti al contrario diventano azioni di alto pregio spionistico meritevoli di spregiudicato valore eroico e coraggio. Tali azioni apporteranno grande onore alla sua congrega religiosa (Famiglia) od etnia d’appartenenza come anche un gran rancore negli sconfitti rimasti beffati nel dare fiducia ai traditori per mestiere; da qui il silenzio tombale fino alla morte e oltre delle spie per evitare rappresaglie popolari per le gabelle ricevute.

Confessava Francis Picabia: ” Il vecchio Loutreamont è imboscato nel Ministero della Finanza” . Tale dichiarazione resuscita un morto mai morto. A questo punto, svelato il segreto, la Storia dell’Arte sulle Avanguardie ha bisogno di uno “STOP!” e cominciare a riflettere diversamente. E il nostro Picasso cosa centra in tutto ciò? Centra, Centra perché quella invenzione o tecnica o stile figurativo è pertinente a Lautreamont.


Scheda del poeta Lautrèamont:
https://it.wikipedia.org/wiki/Lautr%C3%A9amont

Isidore Ducasse Conte di Lautreamont era il Rasputin dell’impero cosmopolita d’Europa. Il suo potere si estese grazie alla diffusione di ottima cocaina a tutti i dirigenti “eletti” nel mondo, rendendoli a lui “dipendenti”. Il suo prodotto era sempre eccellente, puro. Lautreamont come Charles Baudelaire, sperimentò su di se le droghe più potenti dell’epoca (peyote compreso) descrivendo nei suo canti gli effetti collaterali subiti nella psiche per scoprire se ci fosse un Dio oltre l’Io o se ambedue erano lo stesso soggetto.

Tra i suoi Canti c’è un passo che narra le allucinazioni avute davanti ad uno “specchio rotto” dove ogni frammento proiettava quarti di realtà antistante nella stanza, creando più punti prospettici. La frantumazione dello specchio evidenzia all’osservatore dettagli altrimenti invisibili sulla superficie dello “specchio-riquadro” rotto, ma rimasto ancora assemblato. Frantumato lo specchio, oltre a dare origine a nefasti destini malefici, i frammenti dell’immagine frantumata ci presentano prospetti disassati e dislocando in direzione di un altrove, danno origine ad un insieme metafisico dell’ immagine frantumata.
Quindi il cubismo del 1906/07 de Les Demoiselle d’Avigno non era ancora cubismo e forse tutta l’arte cubista di Pablo Picasso non lo fu mai stata cubista ma Frantumista.

Barcellona- vista aerea cubista

Il Cubismo prenderà tale nome dall’organizzazione Cosmopolita di Barcellona, corrente politico culturale ebraica per il dominio della Città. Picasso apporterà alla organizzazione – cui aderisce – la prospettiva di avere sotto controllo l’Arte in Francia e anche in futuro nel mondo. Altri fini sotterranei li vedranno strada facendo con Picasso per la creazione di agenti ombra in Russia, filo cubisti, futuristi e no come anche agenti sostenitori del mercato d’arte “Cubista”; inoltre: organizzerà volontari per la prima Guerra Mondiale contro i tedeschi e successivamente nella Guerra Civile di Spagna alleati a fascisti, nazisti e franchisti, sconfiggendo per mezzo secolo ogni forma di Anarchia, Democrazia e Comunismo in Spagna. Il Nazismo porterà a drastiche scelte le posizioni politiche di molti artisti delle Avanguardie in quanto divenuto quello nazista un problema di primaria importanza.
Una cosa cui piaceva fare a Picasso, era ascoltare in salotto le imprese belliche dei sui combattenti ombra e reduci cubisti avute nelle due guerre mondiali.

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Jan Gris: ritratto di Picasso vestito da Ufficiale

Ufficiale militare.

La strada che aprirà al vero cubismo europeo ha un altra radice ben incanalata e inquadrata nella storia della pittura occidentale. Per parlare di cubismo razionale dovremo partire da un altro pittore Piet Mondriand che aveva capito la differenza tra Frantumismo e Cubismo. A differenza di Picasso nel 1912
Jan Griss forse è il cubista che meglio si sia avvicinato al cubismo pittorico, ma fu castigato da Picasso e dalla comunità per aver svelato un segreto nel ritratto di Picasso: essere un ufficiale d’armata anche se il ritratto risente ancora del frantumismo.

Il cubo magico di Piet Mondriand

Piet Mondrian


da Wikipedia:
Pieter Cornelis Mondriaan, meglio conosciuto come Piet Mondrian (Amersfoort7 marzo 1872 – New York1º febbraio 1944), è stato un pittore olandese, fondatore assieme a Theo van Doesburg del “neoplasticismo” (il nome originale è De Stijl, dal nome della rivista De Stijl).
Piet Mondrian, sulla falsariga del pittore simbolista russo Malevic è forse il meglio occidentale ad aver capito ed interpretato esteticamente la purezza della “Grafica Futura”. Nonostante le denominazioni diverse imputate alla sua arte per distinguerla dalle altre correnti pittoriche, Mondrian è colui che più si è avvicinato al concetto di “Cubo magico” e quindi cubista.
Lui come altri artisti dell’epoca compresi quelli della Bau Hause a seguire, si avvieranno a un pragmatismo presentandosi al mondo come “minimal” spalancando le porte al futuro industriale, origine dell’Arte Moderna. Aderendo al cubismo nel 1912 e staccatosi poi nel 1919, Mondrian a Parig nel 1920 pubblica “Il neoplasticismo”; auto referenziandosi neoplastico. Nella sua Tesi ambienta la sua scoperta non solo nell’arte ma invita a inserirla nel mondo dell’estetica, dell’urbanistica, dell’editoria, settori merceologici ed industriali. Mondrian quando verrà riconosciuto decenni dopo, entrerà ufficialmente nel mondo dell’Arte spalancando le Porte sprangate, permettendo all’Arte di uscire dal tempio ove fu rigidamente imprigionata. e invadere dell’urbano tutto ciò che fa Moda ed Estetica. Lo stile Minimal è ancora oggi il più imitato dai creativi e designer

All’abbandono del cubismo picassiano Mondrian dichiarò :

“A poco a poco mi sono reso conto che il cubismo non presentava le conseguenze logiche delle proprie scoperte; non stava sviluppando l’astrazione verso il suo obiettivo finale: l’espressione della vera realtà “. 

Deduzioni finali:

Per chi non conosce i Canti di Maldoror e vuole avvicinarsi per scoprirli a quel poema, ha modo da leggere nell’incredibile opera blasfema suddivisa in vari Canti, Il lettore ritroverà in ognuno di essi tutte le matrici delle invenzioni pittoriche delle Avanguardie e posteri , messe in pratica per tutto il 1900 ( Copy Right)
La presunta seconda morte di Lautreamont, avviene nel 1925, anno in cui Marcel Duchamp terminerà la sua esperienza artistica ritirandosi definitivamente a vita dall’Arte. Morto il suo Suggeritore e guida non aveva modo di esprimere più niente di valido. Il padre di Lautreamont lascerà al momento della morte un immensa fortuna alla comunità Cosmopolita di Montevideo e mondiale come ai relativi cartelli per l’approvvigionamento di droghe per le case farmaceutiche, gli eserciti, la politica e malavita.

Se ne deduce che: Les Demoiselle d’Avignon non è un opera Cubista ma Frantumista. Il sovrano in assoluto del Cubismo diverrà l’analitico e modernista architetto Charles-Édouard Jeanneret-Gris, alias Le Corbusier rinnovatore delle nuove “Case Cubo” abitative. Le Corbusier influenzerà tutta l’industria edile, gli arredi e quanto di moderno ci circonda come anche l’urbanistica dell’era moderna.

https://it.wikipedia.org/wiki/Le_Corbusier

Charles-Édouard Jeanneret-Gris
Le Corbusier: casa cubista
Le Corbusier: palazzo cubista
Repubblica CECA: esempio di cubismo di fine ottocento

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Cubismo e Picasso

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Picasso: Stile, Firma e Titolo

Picasso: Stile, Firma e Titolo

Nelle Avanguardie, più che parlare di pittori veri e propri o di artisti possiamo parlare di Stilisti. Dopo l’incontro tra la collezionista americana Gertrude Stein e Pablo Picasso avvenuto nell’Atelier dell’artista per eseguire il ritratto della ricca ereditiera e futura Matriarca cosmopolita, il pittore per poter entrare a far parte di una Scuderia d’Arte cosmopolita americana o internazionale, doveva ricercare uno “stile pittorico” unico, riconoscibile, diverso dal modo di dipingere dei concorrenti pittori, tale da improntare ed accedere al Copy Right per tutelare il proprio prodotto (modo di dipingere). Picasso, per essere un vincente, dovevano inventare di sana pianta e un stile proprio, folle, mai prima visto in Arte. Nascono “Les Demoiselles d’Avignon”. Fu scandalo.

Secondo la Stein lo “stile” è un marchio di fabbrica tale da riconoscere un autore dal modo di dipingere o stile anche se il quadro non è firmato in quanto, quello stile essendo una invenzione inconfutabile dell’artista non può e non deve essere copiato altrimenti si apre una vertenza legale contro i millantatori e i copisti.

Più lo “stile” è originale e più alta è la garanzia che non si produca sul mercato una inflazione artistica all’insaputa dell’inventore. Per evitare ciò, e amministrare il grande patrimonio che cresceva di volta in volta, Picasso dispose per tutta la vita di una segretaria di fede, una fedelissima che teneva i registri di vendita dei quadri (numeri di serie) in perfetto ordine anagrafico e ben catalogati. Dora Maar: “ Io non ero la sua amante, lui era il mio padrone”. La catalogazione amministrativa era di pertinenza tra la segretaria dello stilista e dei galleristi distributori. Per proteggere quella invenzione, l’artista doveva iscriversi all’ufficio brevetti e depositare il proprio “Stile”. A questo punto il collezionista si sentiva tutelato sul patrimonio economico sborsato e la futura rendita che questo generava tra cataloghi, esposizioni e gettiti pubblicitari.

La “Firma” sarà il protocollo che permetterà la convalida dello “stile d’autore”. Per il collezionista, un quadro, essendo pagato per una ragione che esula dall’arte, ma acquistato sotto forma di finanziamento legale, o di investimento, oppure per il finanziamento illecito di operazioni commerciali e politiche da non rendere nota la provenienza del finanziatore eversivo, la proprietà restava segreta. Soli il Notaio era a conoscenza, ecco perché molti noti artisti di Avanguardia erano figli di notai.

Questo modo di procedere è annesso alle rivoluzioni politiche e commerciali avvenute in Europa all’inizio del novecento. La rivoluzione industriale, poiché procedeva a passo lesto e quindi poteva sfuggire al controllo dei cosmopoliti, questi dovevano assumersi i rischi finanziari e di monopolio promuovendo rivoluzioni in tutti i settori di controllo di uno stato da conquistare.

Poiché le famiglie cosmopolite nel mondo sono tantissime, disciplinate e ben mimetizzate e alla conquista di tutto ciò di cui possono farne Monopolio, come ad esempio il mondo industriale generatore di Grandi economie mondiali, la copertura finanziaria degli investimenti abbisognava di molte “ricevute bancarie” pari alla portata immensa delle rivoluzioni e guerre programmate in atto.

Il quadro d’autore, riconosciuto come di uno “stilista” meritevole e affidabile, ricevendo una alta somma a prestito per l’Opera, impegna l’artista e il gallerista sulla buona riuscita dell’operazione finanziarie in corso. Per fare ciò ci voleva una “garanzia bancaria”. L’arte diventa Forma, Titolo e Firma; poi, un numero di serie e una banca che attesti il deposito avvenuto per quella operazione imprenditoriale. Essendo il cosmopolitismo un ente internazionale e quindi senza confini, per regolamentare tutto gli abbisognava un mercato regolatore: ecco apparire il Mercato d’Arte Moderna al Salon di Parigi. (fiera del quadro)

Il quadro catalogato, sul nascere, in caso di furto, non seguendo i canali ufficiali di vendita, (Asta) allerta tutti i “collezionisti unificati” a non comperare mai quel prodotto in quanto, la copertura finanziaria veniva sospesa per motivi legali, in caso di ritrovamento dell’opera, il malcapitato che ne aveva fatto acquisto speculativo restava senza copertura finanziaria sborsata. Il quadro catalogato, tornava al legittimo proprietario dopo la convalida dagli ispettori del Mercato. Il quadro ritrovato riprendeva il suo valore originario e diritto diporpietà.

Il Titolo
Il “Titolo” e la Firma sono il vero valore del quadro e non l’opera in quanto, esso è la rappresentazione monetaria della conquista avvenuta al Monopolio e che ne determina il Valore; esempio: se nel campo dei petroli, un petroliere finanzia l’operazione di conquista dei pozzi iracheni, quei pozzi diventati di proprietà di una nuova forza esterna conquistatrice, quando vuol vendere le quote di maggioranza, non dice a chi le vende, ma il quadro “Titolo” che ne assume il valore d’investimento bellico passa nelle mani di un nuovo collezionista di titoli. Le quote finanziarie dei quelle pompe di petrolio passano al nuovo acquirente del quadro accollato e ne avrà Titolo e possesso.

Quando all’Asta si vende un quadro di Picasso del valore simbolico 100 milioni di dollari… la domanda è la seguente: ” quale Titolo di Maggioranza è stato venduto a chi? a che copertura? e di che cosa?”
Quindi , i capolavori d’arte moderna delle Avanguardie sono “Titoli” di fatto e cedevoli, corrispondenti all’utile di esercizio che quel finanziamento renderebbe sotto forma di Proprietà di Capitale. La copertura politica avvenuta o bellica precedentemente finanziata è da indagare nel cosmopolitismo.

… e l’Arte?

I Critici Ufficiali sprecheranno fiumi di belle parole a sostegno del loro Valore Aggiunto (che gli verrà riconosciuto) ciò, per non fare deprezzare l’Opera in crisi divenuta Critica.

Eppure non erano comunisti di fatto, ma… cosmopoliti si.

Le indagini proseguono: “il collezionista finanziatore”.

DADA: Nascita del Cosmo 2

(seconda parte).

I Cuculi

Il cosmopolitismo può essere definito come una politica globale che, in primo luogo, proietta una socialità di impegno politico comune tra tutti gli esseri umani in tutto il mondo e, in secondo luogo, suggerisce che questa socialità dovrebbe essere eticamente o organizzativamente privilegiata rispetto ad altre forme di socialità.” [6]
 (James, Paul (2014/05/16). 

Il concetto mette in luce un difetto: non si capisce perché e per quale motivo devono essere privilegiati i soli cosmopoliti e gli altri no. Da qui partono le indagini per smascherare i falsari del cosmopolitismo che ne hanno deformato il concetto originale a scopo geopolitico.

Ulrich Beck (15 maggio 1944 – 1 gennaio 2015): “Il cosmopolitismo vede il capitale globale come una possibile minaccia per lo stato nazione e lo colloca all’interno di un gioco di meta-potere in cui il capitale globale, gli stati e la società civile sono i suoi attori”

Vedremo come la manipolazione da parte del Capitalismo, quale unico modello per l’organizzazione sociale, venga utilizzato per l’accerchiamento penetrante e dissolvimento degli stati sovrani. Il Capitale si rivelerà essere la tossina che vedrà gli stati autonomi sottomessi a una organizzazione cosmopolita senza che gli stati stessi se ne accorgano pienamente, fino al momento della disfatta.
Usurpata la Corona Reale come valore aurifero e sostituita con uno concetto economico numerico, senza valore reale e puramente simbolico, quindi concettuale, la loro economia propaga in aritmetica ciò che considera un complesso gioco numerico gratificante. Il cosmopolitismo attraverso il danaro, addentratosi nelle maglie della sovranità statale, ne determina la rovinosa caduta, annientandole con la corruzione.

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Colpo di Stato: martirio dei Romanov
Zar di tutte le russie.

Ciò che avviene in primis dopo la rovinosa sconfitta delle alte sfere olimpiche Sovrane dello stato appena decaduto, è il rito di “sostituto di persona” (il cuculo); mentre il popolo contribuente sottostante e sottacente avverte solo un “sostituto d’Imposta”. Le motivazioni politiche di pagare le nuove imposte al vincitore, inizialmente sono dovute per onorare il risanamento di “debiti” contratti dallo stato Sovrano precedente decaduto, spalmando il debito (colpa da redimere) sull’intero popolo, avviando in tal modo la ricostruzione del nuovo stato divenuto più Sovrano e moderno. (dicono)
I Cosmopoliti, da subito trasformano l’economia reale del risparmio familiare in una sorta di prigionia economica senza mai raggiungere la fine del debito, realizzando in questo modo il nuovo Carcere Fiscale finanziatore del Debito Pubblico costante.

Il Debito sarà la “pietra angolare” sulla quale si fonda la società cosmopolita borghese di tipo capitalista, la quale, regnante nel Nuovo Ordine Mondiale delle cose perpetue, pretenderà gli stessi obblighi e privilegi che ebbero le case reali decadute. In nome della Libertà i vincitori si celebrano eroi repubblicani, nuova formula moderna per far depenalizzare il proprio reato politico: l’usurpazione del Potere legislativo col l’utilizzo del Colpo di Stato. Quindi la manipolazione attraverso il Capitale quale metodo di penetrazione delle nazioni si rivelerà vincente.
I colpi di stato successivi (riforme) saranno il metodo prescelto della propria espansione e conquista. Per realizzare tutto ciò, al cosmopolitismo abbisogna il consenso ed appoggio delle masse popolari diventando padrone assoluto delle armi e dei corpi d’armata conquistati per attuare la repressione popolare e perseguile gradualmente senza che il popolo avverta la presenza di una trama negativa estranea alle loro spalle.

L’ARCA.
l’Arca delle Alleanze sarà il mascheramento ideale per meglio ingannare le masse popolari pur lasciandole nazionaliste, ciò per meglio governale e usarle come un unico esercito mondiale se riunite. Da ciò, le guerre che seguirono furono dirette dall’Alleanza. Essa ha come caratteristica quella di essere Mondiale. La prima di queste a svelare il losco giochino è la Guerra d’Indipendenza americana appoggiata da una coalizione segreta Franco Russa Spagnola contro la Corona d’Inghilterra alleata e spalleggiata dalla corona di Germania.

Tiziano Bonazzi: Rivoluzione americana.

La sconfitta britannica a Yorktown contro le forze franco-americane guidate dal generale George Washington e dal generale francese Jean-Baptiste de Rochambeau, segnò la svolta decisiva sulle guerre. Il trattato di Parigi, firmato nel 1783, pose fine al conflitto angloamericano. Con la pace, i nuovi Stati Uniti diventano extra europei, e quindi indipendenti dalle corone reali europee. I rivoltosi furono riconosciuti dal Regno Unito che dovette cedere tutto ciò che aveva sul suolo americano e, alla Francia, cedette il Senegal, Santa Lucia e Tobago; alla Spagna La Florida, Minorca e le Provincie Asiatiche allora di pertinenza anglosassone. Il ruolo segreto della Russia fornitrice di derrate e munizioni pervenute alle spalle del territorio americano (Alaska) verrà rivelato circa 200 anni dopo da Putin. Ma per la corona di Francia prima, di Spagna poi e Russia zarista, quella Alleanza sostenuta per l’Indipendenza d’America si rivelerà un tranello micidiale con relativa capitolazione delle tre Corone imperiali ad opera degli emergenti nuovi cosmopoliti americani; cosi avverrà per l’Austria e Germania. L’indipendenza americana fu un tranello mondiale, capolavoro del Cosmopolitismo europeo.

Ciò che avvenne nelle alte sfere degli Olimpi europei Reali, frodati, e che decaderanno di volta in volta, fu un “sostituto di persona” (il cuculo), figura garante e regnante della nuova Assemblea parlamentare nata dalla Carta Costituzionale su modello americano. il “Presidente” (figura politica) sostituiva il RE sovrano. Lo Stato conquistato diventa da RE-Pubblico a Repubblicano, ma per il popolo contribuente sottostante sarà il “Sostituto d’Imposta” il vero flagello e governatore della nuova nazione nella vesti severe del Contabile Borghese esattore d’imposte.

il Notaio

I Notai
Le motivazioni politiche a fronte delle nuove imposte al nuovo vincitore per sanare i “debiti” contratti dallo stato monarchico uscente ed avviare la ricostruzione del nuovo stato divenuto or più sovrano, più potente e popolare, i cosmopoliti trasformeranno il nuovo stato economico collettivo in una moderna prigionia economica individuale senza precedenti. Inserendo nel dogma francese rivoluzionario fondativo: Libertà, Legalità, Fratellanza e Proprietà in Francia comincia un nuovo terrorismo di Stato da parte delle Fraternité Giacobine,feroci regimi di cuculi Borghesi notarili decapitalizzanti teste.
Il feroce Regime Borghese vedrà una nuova Francia sempre in cerca di nuove conquiste per l’assoggettamento delle vecchie politiche europee coronandosi di successi fino al grado di Nazione Imperatrice perdendo tutto il proprio prestigio politico militare nella guerra Mondiale a Waterloo (Guerra delle nazioni) che vedranno come belligeranti: Francia, Scozia, Regno Unito, Olanda, Prussia, Ossezia ed infine Austria e Russia giunti in ritardo alla guerra per battere Napoleone Bonaparte e gli ingordi Borghesi giacobini.

Il Debito a vita, concetto borghese capitalista, è la pietra fondiaria sulla quale s’innalza la società moderna cosmopolita la quale elargisce “licenze” a chi e disposto a perpetuare il modello capitalista, lo gratifica con gli utili di esercizio se diligente, promuovendolo in campo a salvaguardia del suo sistema di potere. Dare in licenza di vendita ai mercati consenzienti o la produzione che regola la distribuzione delle derrate alimentari e industriale alle masse, se messe sotto il diretto controllo Cosmopolita, tutti i commerci divennero settori strategici per aizzare le masse una volta rese indigenti scagliandole contro eventuali nuove autorità politiche nascenti (Spead). Pur tenuto nascosto il loro modo di essere – per ovvi motivi – scatenerebbe il razzismo nei loro confronti,- quel suo regime etnico- religioso- politico, fiduciario, attarverso il Mercato regola il controllo assoluto in tutti i paesi capitalizzati.

Il Vitalizio è il pasto del cuculo: amministratore e custode dell‘Utile di Esercizio.

Perché Cuculi?

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Il termine cuculi in politica è preso a prestito in Natura dal comportamento anomalo dei cuculi – uccelli canterini solitari- i quali non nidificano. Essendo privi di una patria propria (nido), durante la procreazione – dopo aver adocchiato un nido di fringuelli o di altro uccello canoro- colorano per simbiosi le proprie uova simili a quelle presenti nel nido da usurpare. Deposto l’uovo (in genere è il più grosso), il cuculo nato, ancora nudo implume e cieco, appena i genitori si assentano per la caccia, assassini innati, buttano fuori dal nido i nativi autoctoni nudi, sbarazzandosene. I genitori di ritorno col pasto, sapendo il cuculo figlio del proprio uovo, nutrono quel “figlio” anomalo, lo amano con premure come si conviene in natura nei nidi e tane. Il cuculo implume è di una voracità superiore alla razza dei genitori, i quali, si prodigano a portare al nido il cibo necessario per lo sviluppo del nuovo nascituro animandosi disperatamente.

alimentazione vorace: Cucù! Cucù!

La stessa tattica di sopravvivenza e conquista (vincente) viene applicata dai cosmopoliti per accaparrarsi le patrie altrui e nutrirsi delle delle ricchezze. Sulle vere motivazioni di queste invasioni e interesse di gruppo, per il momento sorvoliamo. Osserveremo invece da vicino la tecnica invasiva cosmopolita perché una volta identificati, essi sono smascherabili, dandoci, a loro insaputa, i segni e i disegni dei loro invisibili mantenimenti. Per tale comportamento mistificatore, bisognerà ammetterlo, essere loro dei veri “Artisti” mimetici.

Una volta accomodati come ospiti nel nuovo stato (nido ospite), i cosmopoliti creano con prestiti avuti in affidamento dalla loro cassa centrale (ai tempi era Svizzera) danaro contante per l’accerchiamento discreto. Inizialmente s’interessano degli agrari, poi gli artigiani ed infine i commercianti amicandoseli. Essi s’impegnano ad elevare il grado di professionalità nel mestiere e dei prodotti.
Il tempo a disposizione per accaparrare i capitali e beni della nuova comunità assediata, il tempo a disposizione per regola divina essere di 450 anni, a dettato biblico, s’intende, dopo di che, scatta la trappola e caccia del Tesoro centrale..
Un tempo così ampio ai cosmopoliti serve per tessere una ragnatela sociale di amicizie, confidenze, e conoscenze dando un buon servizio a terzi, ciò al fine di non destare sospettati sulla loro provenienza perennemente straniera, chiedendo rispetto per se e per la comunità intera pur restando dei“senza patria” e quindi, senza asilo nido proprio. Noti alla storia come popolo nomade e scacciato perennemente per volere divino, questa favola metafisica popolare si rivelerà di grande astuzia e tecnica mimetica.
L’origine monoteista è la tintura che assumono per nidificare in patrie altrui. Se è il caso, pregano anche nei templi altrui invocando ad alta voce grazie divine, ma non al Figlio ma al Padre loro divino. Quindi li troveremo a tramare in tutti gli ordini monoteisti fino a raggiungere come nel caso di Papa Borgia (ebreo marrano), il trono del tempio Centrale del Cristianesimo, mentre la bella figlia sua Lucrezia Borgia, partorirà dal proprio ventre, diversi primogeniti di Casati reali altrui unendole. assoggettandole con nodi nuziali. Accrescendo di numero, l’organizzazione mondiale cosmopolita resterà sempre coesa, nascosta e di difficile riconoscimento, in questo modo farà perdere le proprie stracce nel tempo come le impronte sulla sabbia nei deserti o marine dal vento.

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pretesa alimentare

Tutti i cosmopoliti devono concorrere e rispondere di persona alla costruzione del Capitale sociale mai tenuto per se. Il Tesoro collettivo è ben contabilizzato al centesimo di Euro e in tutte le valute mondiali..
Da qui nasce il loro comportamento austero nello spendere il danaro guadagnato, virtù che il cristianesimo chiamerà avarizia, ma che avarizia non è in quanto dimostrazione di alta fede collettiva per la conquista del pianeta Terra attraverso l’impiego del Capitale Sociale.
Il progetto non è semplice e ne di facile realizzazione in quanto, con l’avvento della macchina a vapore nell’ottocento e quindi, la grande tecnologia nascente, per i cosmopoliti scrupolosi ed attenti sociologi, si aprirono scenari di enorme portata e studio continuo per tenere sotto controllo la “Crescita della Scienza”.
Adottata in primis, ne hanno fatto monopolio e promotori di nuove scienze a seguire (vedi i Nobel), ma la crescita mondiale ha superando le loro aspettative scarseggiando le risorse e quindi, come cuculi svezzati, dovranno abbandonare i nidi e volare con le proprie ali laddove le risorse mondiali ancora vergini i spingeranno a sfamarsi. La questione per l’umanità si sta facendo preoccupante.

In passato la nascita della scienza fu sempre ostacolata dai regimi religiosi che vedevano nel creato la vera espressione divina. Poiché la scienza non fu contemplata opera divina, e quindi inquadrabile da nessuna religione e profezia, essa fu sempre ostacolata come opera demoniaca anti naturale. Ma i miracoli della scienza s’ imposero severamente come un nuovo mondo a supporto del vecchio, apportando miglioramento in tutte le arti e mestieri: ed è per ciò che è amata da chi lavora e fabbrica, accudendola e diffondendola come una piccola orfana priva di protezione. L’Arte sarà la Madre adottiva delle scienze e la Scienza vedrà nell’Arte la sua Madre e Musa protettrice.

Per secoli i cosmopoliti cercarono di tenere nascosto i rudimenti di scienza nel ventre dell’Alchimia e questa, diverrà la Fontana ispiratrice di molte scoperte d’Arte e Scienze. Ecco che al momento opportuno la pratica della scienza genererà Tecnologie di successo, come avvenne appunto nella Battaglia di Waterloo quando i due eserciti si scontrarono. Avrà la meglio il Regno Unito contro Napoleone quando entrarono in azione i fucilieri, titolari della canna rigata inglese contro la tradizionale canna liscia francese. La canna rigata (interna), offriva meno resistenza all’attiro, emettendo colpi più precisi, di gittata superiore e controllabile. I vincitori, a questo punto cominciarono il penetramento di tutti i sistemi politici aprendosi i tempi Moderni che abbisognavano di nuove arti, filosofie e scienze moderne. Comincia la corsa alla Difesa Superiore dando inizio a pensieri di onnipotenza, ove potevano morire a Waterloo 45.000 giovani maschi in battaglia in un solo giorno senza che Dio intervenisse. Fu panico. Tutto il resto è Storia, e per essere tale la scienza ebbe bisogno dell’Arte come Musa protettrice ed ispiratrice. La scienza viene ufficializzata e quindi come cuculo, mantenuta e adottata a vita.

Per la rivincita i cosmopoliti francesi cominciarono a rastrellare quanto più capitale potevano perché questo aumentava a dismisura con la nascita delle fabbriche industriali. Il Capitale rastrellato, tolto dalla circolazione, poteva creare “l’astinenza capitale” operazione economica scatenante l’inflazione e il Caos generatore di disordini atti alla preparazione e creazione del nuovo Cosmo imposto con la forza della scienza.

In mano agli uomini, quella potenza emergente si trasformò in breve tempo in prepotenza e in ultima istanza in tracotanza. Il capitale poteva a questo punto non più ordinare o consigliare, ma esigere ogni cosa a qualsiasi costo. La Fisica applicata, aumentando la propria influenza sulle masse lavoratrici, esigeva da sovrana l’altrui devozione e ubbidienza sul lavoro.

Morfeo nell’insonnia agita pensieri meditativi sia demoniaci che paradisiaci e da la sveglia mattutina. Freud metterà fuori gioco il Sogno a favore della Ragione pura (scienza). Ma il Sogno proseguendo il suo viaggio immaginario verso lo sconosciuto, fonde la Ragione pura con la Fantasia generando la prima metafisica tra Arte e Scienza.

Nasce la Fantascienza.

CUCU!

CUCU!

CUCU!




Prosegue: DADA Nascita del Cosmo 3/3 (in cantiere)


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Dada




Antiarte – Asimmetria 2/2

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Salon d’Automne

Coi quadri cubisti e fauve, alle Aste parigine truccate del Salon d’Automne dei primi novecento, si gettano le basi per un ipotetico preziario d’Asta al rilancio iperbolico di quadri d’Arte Moderna.
La manipolazione del Salon da parte delle Avanguardie, dei cataloghi, dei critici prezzolati e collezionisti anonimi, darà inizio alle più grande truffa d’Aste di “arte moderna” ancora oggi persistente che dalla quella avventura non si vuole più tornare indietro.
In tal modo il “collezionismo clandestino” del ‘900 verrà legalizzato e ufficializzato potendo in tal modo far girare grossi capitali non più  oscurati od “occultati” come ai tempi di Monet, Césanne e inizio Matisse, ma con le Aste del Salon d’Automne si gettavano le basi della nuova economia di Arte Mercato.

Grazie all’Arte i Capitali potevano sconfinare di stato in stato e di mano a mano. Parallelamente le industrie si coalizzavano in cartelli di settore determinando il valore d’arte, ma presto l’Arte pittorica cominciò a perdere il suo fascino congelandone i capitali. Arte. L’industria attraverso le banche e la nuova contabilità Import-Export poteva finanziare grandi operazioni Multinazionali come il sottobosco intellettuale alleandoseli alle nuove conquiste politico commerciali. Quindi ci fu una forte stagnazione per l’Arte durante gli anni 30 fino al 1945 in quanto, essendo vaghe le sorti della seconda guerra mondiale e del potere capitale mondiale, la prudenza la fece da padrone, bloccandosi l’ascesa di Mercato e i prezzi per poi riprendere velocemente il rialzo nel dopoguerra. Per fare ciò bisognava ricostruire a memoria la storia dell’Arte con molti artifizi e nasconderne i propri reati.

Collezionismo malato o affare commerciale?

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Non possiamo parlare di sindrome compulsiva dei Fratellii Collyer ma una cosa è certa, i collezionisti d’arte del novecento accumularono spesso le centinaia e centinaia di opere dello stesso artista. A sfatarli da tale malattia, la ricca borghesia industriale cosmopolita giocava sull’astuzia a loro favore che le tele d’arte moderna sbilanciavano le osservazioni delle Guardie di Finanza ritenendo quel collezionismo stravagante: malato, chiudendo un occhio per tanto pingue guadagno da quelle tele stracce senza arte. I Ministeri delle Finanze d’Europa pagheranno a caro prezzo quella loro superficialità.

Tornando a monte, già nel 1910 si era portati a credere che il Danaro fosse l’unico “metro di misura” per giudicare la valuta d’Arte. Con il diffondersi delle società capitaliste industriali, l’espandersi di grandi Capitali alla conquista di nuovi mercati e nazioni, l’Arte moderna va perdendo il suo compito politico culturale per diventare ciò che è oggi un elemento d’arredo che determina lo stile, il cambiamento di Mode, gusti accelerando la modernizzatrice degli ambienti. L’Arte del quadro con Bauhaus, getta le basi di una nuova società astratta, sterilizzata, asettica e clinica, esclusivamente oggettuale.

Con Bauhaus, in un triennio nascerà la società moderna dei nostri giorni, scuola artistica imprenditoriale, tecnologica, erede senza passato storico di riferimento facendo scuola a livello planetario. La Cultura perde la propria memoria storica seguendo un divenire assente. La Geometria si espande, diventa dominante e prende possesso delle superfici. E’ “astrattismo” tecnico e quindi l‘asimmetria torna simmetrica cambiando volto all’Arte.

Sfrattati gli Dei altrui dai templi, bombardate le loro chiese e resi minori gli Dei altrui, l’arte si direziona al Capitale industriale modificando nuovamente gli orientamenti dell’opinione pubblica, sfavorendo il concetto che: “Un capolavoro lo si giuda dal valore estimato all’Asta o al  Mercato”, ma in ambedue i casi , cubismo e l’astrattismo, resteranno legati al rendimento capitale. L’Astrattismo essendo un prodotto “vuoto” , stilizzato, abbatteva i costi di produzione seriale esaltando il Design.
Si getteranno le basi di un ateismo nichilista moderno, si derubano tele negli stati altrui senza sentire il peso del sacrilegio, si distrugge si devasta, ed è guerra: la Seconda Guerra Mondiale.
La cultura e l’Arte si riparano dalle bombe e scendono in cantina.

Ciò porterà a credere che il Danaro se vincente diventerà l’unico “metro di misura” per giudicare con successo e valutare tutte le cose, le persone, le esistenze umane, ma solo se si lasciano nuovamente capitalizzare.

Le Avanguardie che tennero per un ventennio sotto scacco l’Arte, col diffondersi del capitale come meritocrazia popolare che dona premi ai rinnovatori artistici, culturali e sociali, liebera dagli impegni assunti agli inizi del secolo, i quali torneranno pittoricamente al mondo figurativo poetico sfruttando la propria notorietà.

L’astrattismo invece diventerà una icona d’arredo che determina il cambiamento del gusto dettato dalla Moda, modernizzando i costumi e l’ambiente.
Con il cubismo reale di Le Corbusier e l’esperienza estetica astratta della Bauhaus, l’arte s’incamminerà verso il concetto che l’Arte è Arte e nient’altro che Arte. Ma avendo perso di vista l’Arte stessa il concetto primordiale artistico (inganno), come disse Lucio Fontana: “Tutto diventa Arte e niente è Arte.” La tecnologia farà esplodere le creatività mondiale di più generazioni di soggetti economicamente deboli in quanto viene a meno la figura mecenate del finanziatore nevrotico alla conquista del mondo commerciale : il Collezionista capitalista animatore delle rivoluzioni industriali moderne. I grandi prezzi sborsati alle aste, nascondono ancora i loro rimpalli di ricevute bancarie e cambiali sotto forma di quadri.

La Cultura Classica perderà la propria memoria storica inseguendo il Capitale. Tutti i suoi artisti rincorreranno un divenire deviato dall’ambito successo speculativo al danaro facile generando prodotti immaginifici irraggiungibili, asimmetrici senza senso. Il capitale che ha animato tutte le rivoluzioni estetiche punterà ancora una volta su di un solo quadro: il Video, (Fanes) generatore di immagini virtuali simmetriche e asimmetriche, finanziando il capitale i propri rampolli artisti etnocosmopoliti che dal video avendone il monopolio, genereranno arte astratta dannandosi felicemente come i giovani artisti del novecento: le Avanguardie, che per raggiungere l’immortalità nella storia dell’Arte si sono lasciati bindolare ubbidienti agiati, altrimenti sterminati.

Nella Lussuria l’Arte torna ad essere generatrice di bellezza virtuale.

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Greta Garbo: cosmopolita

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“Cubismo e Picasso”

Anti Arte – Asimmetria 1/2

Asimmètrico: ciò che presenta asimmetria, che manca di simmetria, di armonica corrispondenza fra le parti. (Vocabolario Treccani)
Cubismo vuol dire Asimmetria.

esempio di asimmetria

Picasso, come le sue composizioni le dispose in modo asimmetrico, i volti e le facce le vuole forzatamente mostruose asimmetriche. Nell’asimmetrismo, il cubismo genera se stesso, ma anche nel post cubismo picassiano l’artista impone le sue regole estetiche asimmetriche a suo monopolio . Nessun disegno o quadro o scultura picassiana deve rappresentare cose simmetriche. Il movimento cubista di Barcellona che in passato era l’armonia urbana di rette prospettive simmetriche, con Pablo Picasso, quel principio armonico salta, si “deforma”, spaventa. Quindi il cubismo di Picasso divenne l’antitesi del Cubismo Storico di Barcellona; L’Arte cubista diventerà l’Anticubismo di Picasso. L’Asimmetrismo picassiano non è ciò che l’artista afferma ma è ciò che nasconde il reo deforme.

Nella loro furia distruttiva e invasione di campo, le Avanguardie cubiste cercarono di sostituire le icone romantiche e sacre con nuove figure scarne, rachitiche, approssimative abbozzate come rivoltanti mostri. Nati volutamente brutti per volere dell’artista (sua dichiarazione alla signora Stein)  Picasso con una squadra di affiliati molto determinati tramerà contro l’Arte “classica” usando come arma la stessa Arte inscenando la prima “Anti Arte” espressiva in segno di sfida.

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Picasso asimmetrico: Ritratto a Dora Maar

Lo sforzo delle Avanguardie per la distruzione sistematica di ogni immagine iconoclasta (religiosa, storica o poetica) a favore della nuova “brutta forma” o “parolaccia”, s’imposero come unica e vera Arte. Infine apriranno una breccia con metodi strafottenti e vincenti.

Tutto ciò li porterà  a produrre a livello industriale “cose” e “roba” inanimate o senza anima per invadere e inflazionare il mondo delle Belle Arti, la sfida lanciata ebbe successo grazie alle corazzate economiche americane, contro le quali le esili economie europee poco difesa potevano opporre.

Il 18 Novembre 1901 l’Inghilterra e gli Stati Uniti firmarono Il Trattato Hay-Pauncefote. E’ il preliminare per la costruzione strategica statunitense del Canale di Panama. (trattato di non ingerenza negli affari americani). Tra i due imperi si crea una solida Alleanza che si realizzerà nele manovre congiunte di guerra per il controllo dei mari ed oceani. Ma quei militari volevano di più, volevano espandersi in Asia prendendo di spalle la Russia. L’Arte, come la Cultura europea, divennero parte integrante di quel progetto muto asservendo la causa congiunta.

Tolta l’anima e l’animato all’arte, tolto il soggetto figurativo cui l’Arte ci aveva abituati ad essere rappresentati nei secoli osannandoci, tolto l’essere ispirante nei quadri iconoclasti tutto era ridotto al solo “oggetto”, sotto forma di “cosa” o “roba” senza mestiere e parte. Essendo i grandi “collezionisti” delle Avanguardie uniti dalla pretesa politica di dominare ogni forma di commerci,  per i finanziatori dell’illecito in arte quei quadri erano oggetti di transizione di capitali in attesa di rimborso (con interessi) a OperAzione conclusa e nazione conquistata. Con le Avanguardie Il quadro diventa una cambiale, un titolo al portatore, una quota di borsa, un pegno al Banco, un prestito a vista, un investimento a lunga scadenza ed altro ancora di finanziario. L’investimento nelle Avanguardie non sarà per l’Arte ma pegno per l’operato bellico degli “artisti” fratelli delle correnti cui facevano parte.

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Con questa concezione etnoeconomica, la Fratellanza diventa ufficialmente Cosmo-polita e i cubisti di Spagna attueranno i principi insurrezionali dietro la spinta della nuova Arte moderna venduta ancora prima di essere prodotta. I cubisti spazzeranno via i vecchi impressionisti, appropriandosi del capitale organizzativo a loro destinato, finanziamento sospeso dopo la fallita insurrezione del 1905 in Russia. La Rivincita o Nuova Rivoluzione da imbastire aveva bisogno di nuovi volti, di una nuova generazione sconosciuta.

Gli impressionisti erano bruciati perché scoperti quali responsabili dei motti del 1905.
Con tali principi e fini di conquista, la nuova organizzazione escludeva dal nuovo comando tutti coloro che non erano designati o scelti, generandosi  nuovi quadri monotematici e monocromatici arruolati ed istruiti facenti parte della stessa generazione. Per attuare  in simile piano i giovani artisti ed intellettuali dovevano avere in comune la stessa fede ed orgoglio di fare meglio dei loro predecessori uscenti. Non potevano fallire.

A sua volta i perdenti non devono venire a conoscenza della ragnatela, i punti che univano la nuova organizzazione artistica ed essere più riservati. Per l’effetto sorpresa, nelle manovre strategiche preparatrici dei nuovi colpi di stato, garantiva al “collezionista” un ritorno sicuro al danaro sborsato non sentendosi esposti. Scopriremo più avanti che Avanguardia era un “sistema” di successo per la creazione di un vasto moto politico cosmopolita, un vero Esercito Civile di volontari molto ampio di senza Patria.

Picasso: figura asimmetrica (particolare)

In una società capitalista moderna progettata dai guru della finanza, non era più possibile contemplare  la circolazione di simulacri religiosi divinatori anche se capolavori storici. L’arte doveva diventare Merce per il culto Capitale. L’arte classica sarebbe stata capitalizzata solo se sottomessa a giudizio di valore dal Mercato a condizione che, l’arte sacra fosse sfrattata dai suoi templi sacri per divenire oggetto non più divino ma di culto turistico apportando capitale ai botteghini dei Musei d’Arte e dunque, assoggettata ad una commissione economica speciale sottoposta ad Assicurazioni.

Asta e Mercato

Asta d’Arte

Sfrattati gli Dei dagli altari, l’Arte si direziona  e polarizza verso l”oggetto super valutato, super capitalizzato, modificando gli orientamenti dell’opinione pubblica a favore di un concetto che: ” Il capolavoro lo si giudica innanzitutto dal prezzo estimato all’Asta o dal  Mercato.” L’arte torna a diventare iconoclasta nei nuovi Templi Museali ed essere oggetto di culto pilotato aumentandone la stima e fama mondiale.

Sotheby’s : vendita di una Madonna

Segue la seconda parte
Antiarte – Asimmetria 2/2

In evidenza

Picasso: Cubismo o Frantumismo? (1/2)

Pablo Picasso 1906 “Demoiselle d’Avignon”

Postrìbolo s. m. [dal latino tardo prostibŭlum) luogo di incontri con le meretrici», derivato di prostare, inchinarsi, chinarsi o “mettersi in mostra” od essere messo in mostra .
Les Demoiselle d’Avignon di Pablo Picasso, tradotte in lessico italiano “Signorine di Avignon è nel senso di giovani prostitute. Esse sono diventate famose all’Arte in quanto si deduce che questo quadro sia stato il primo tentativo in assoluto verso l’invenzione del Cubismo. E’ poi vero? Vediamolo.

“Mettersi in mostra” o Mostra di Mostri” poco importa alla prima apparizione di questi mostri femminili a Salon di Parigi, Non la nudità , ma la bruttezza dei soggetti fece scalpore, ritenendo quel quadro offensivo all’Arte stessa.

Abbiamo visto in precedenza come il Cubismo fu una corrente storico politica ebraica ed eversiva in Barcellona, abitatori dei Cubi, residenze squadrate a forma di Cubi. urbanistica tipica del centro di Barcellona quindi, con quel quadro raffigurante un Postribolo multietnico, Pablo Picasso dichiarò la sua adesione all’Alleanza e appartenenza al gruppo insurrezionale barcellonese, cominciando a tramare con gli adepti del gruppo, l’esportazione del racket della prostituzione in Parigi, attività fraudolenta atta al buon finanziamento della propria cellula eversiva spagnola, sconfitta dai “fratelli” americani, quindi operazione politica per il rilancio e affermazione al rispetto nel cosmopolitismo internazionale della propria Comunità o Famiglia di appartenenza caduta in disgrazia in Spagna nella tremenda sconfitta subita a Cuba contro gli americani. Piegare uno stato sconfitto non è facile, ci vogliono anni di “riforme” anche se indigeste una delle quali era la messa al bando della monarchia spagnola. Le forze cosmopolite si attivarono nell’ambizioso piano di destituire tutte le monarchie in Europa a vantaggio di una camera dei deputati facilmente manipolabile. Per fare ciò ci volevano ingenti some illegali e finanziamenti occulti. Da dove cominciare l’indagine? Partiremo propria dal “capolavoro” in questione : Les Demoiselle d’Avignon.
Picasso prima di prendere questa decisione fu interpellato da un agente segreto cosmopolita di origine americana di stanza a Parigi. L’agente organizzatrice in questione è la scrittrice Getrude Stein. Tra i due ci fu un incontro preliminare dove l’Agente segreto spiego in 90 giorni circa il piano quinquennale del presidente americano Theodor Roosevelt, piano già avviato da quasi un decennio.

Le merci interessate alla malavita – capaci di eludere il controllo del Fisco – oltre le armi erano: la fotografia pornografica, la prostituzione da bordello, gli stupefacenti e le droghe minori, tossine politico sociali che portano alla dipendenza e quindi annettere come contribuenti fissi i clienti consumatori di tale merce, ma per la portata del piano quel settore era insufficiente. Anche se l’alcol tagliato con cocaina dava ottimi risultati in America, ma quella merce era circoscritta alle aree industriali americane e quindi di scarso interesse europeo che abbondava di ottimi vini. Ci voleva una idea nuova e rivoluzionaria.
Le merci che permettessero di accumulare danaro facile e in contante per operazioni strategiche di conquista commerciale, industriale e politica, non erano molte, bisognava inventare qualcosa di nuovo, di meno rischioso e più proficua, un qualcosa che rientrasse nella legalità apparente a con un ampio margine di evasione.
Questa quinta merce lucrosa (quinto sigillo) era gia presente nella ricca Francia e prese forma illegale già sul finire dell’ottocento, merce capace di movimentare grandi capitali esteri referenziati “estero su estero” con sedi finanziarie sparse nel mondo, di cui, la Svizzera, deterrà per due secoli la garanzia del capitale speso in questa nuova merce: l’ARTE.

Fino al 1905 l’Arte pittorica classica era considerata in Europa ancora un bene personale e quindi esente da tassa Patrimoniale, per cui, gli americani, fautori dei Monopoli, furono i primi a prendere in seria considerazione l’Arte come territorio strategico e mimetico ove portare avanti operazioni d’invasione territoriali col proprio capitale in Dollari. La Svizzera faceva il caso loro nelle transazioni delle valute internazionali. Erano già noti i cestelli auriferi su rotaie nelle ex miniere svizzere che trapassano da un cavò si stato ad un altro, i lingotti, operazioni effettuate lontano dagli sguardi indiscreti.
Detto fatto, cominciarono gli acquisti, e con questi comincia la fortuna di artisti impressionisti come;
Claude Monet, 1840 – 1926 – Edouard Manet, 1832 – 1833. Pierre Auguste Renoir, 1841-1919. Berthe Morisot, 1841-1895, Camille Pissarro, 1830 – 1903. Marie Bracquemond, 1840 – 1916. Edgar Degas, 1834 – 1917. Mary Cassatt, 1844 – 1926. ed altri ancora i quali, noteremo con meraviglia, avere un qualcosa in comune che li lega ai Cosmopoliti, cioè essere rigorosamente ebrei.
Quindi la Comunità ebraica in espansione industriale. utilizzerà questi suoi fedeli pupilli quali ligi guardiani responsabili sul buon andamento finanziario nelle operazioni di volta in volta designate. Da qui il successo finanziario improvviso degli impressionisti diventando stalloni da corsa delle più rinomate scuderie finanziarie americane di origine ebraiche, cosmopoliti alla conquista dell’Europa e della Russia.

Domanda: A questo punto si può liberamente parlare di Arte senza prescinderla dalla Politica?
In queste tipo di operazioni nuziale politico culturale si. Con le “Avanguardie” cosmopolite dell’ottocento e novecento europee, la Politica e l’Arte diventano ambedue inscindibili e nel corso della storia dell’arte moderna diventando tutto ciò materia per una scacchiera ove i pezzi si muovono mimetizzati per fini di sviluppo artistico e culturale ma dalle mosse dei pezzi, come dice Duchamp, esserci “mosse invisibili” che destano una forte curiosità storico politica. (vedi i suoi Ready Made)

Famose erano le casse di spedizione delle sorelle Cone americane (grandi collezioniste) come di altri collezionisti nel mondo, casse spedite dalla Francia. Il bagaglio dei collezionisti non era soggetto a perquisizione e controllo doganale in quanto, una circolare del Ministero del Commercio francese – vista la morbosa passione feticista per l’arte francese da parte di molti collezionisti miliardari americani o associati al “Cartello del Cotone ” e altre lobby favoriva ‘esportazione.

Per tale merce la guardia di finanza marittima aveva un occhio di riguardo o spento per tanto pingue guadagno in entrata in cambio di roba di poco conto e valore artistico.

Picasso, stallone Puro Sangue

Pablo Picasso, purosangue campione di razza spagnola (tale si fa credere), verrà ingaggiato dalla signorina Gertrude Stein ed avrà la sua generosa scuderia finanziaria nell’Illinois, regione Usa con la quale svilupperà proficui rapporti politico finanziario e culturali adottato tra i gangster di Chicago.

La sua famosa opera Les Demoiselle d’Avignon qui otto analisi, è un quadro che mostra cinque prostitute di un bordello anonimo la cui origine del titolo dell’opera è dubbia in quanto l’Avignion francese e l’ Avinyò spagnola, hanno quasi la stessa fonetica, distraendo il ricercatore dal percepire quale delle due fosse stata la vera sede operativa dei Cubisti spagnoli. Si scoprirà che lo saranno tutte e due.(gemellaggio)

La calle Avinyò” (via), è una strada di Barcellona in zona Porto. In quella via si presume sia stato consumato il duplice omicidio con relativo taglio della testa quando un giovane ufficiale di marina francese sceso dalla nave per recarsi dai cubisti per trattare l’egemonia militare e la legalità finita allo sbando, davanti ad una apparizione di tanta crudeltà efferata il capitano svenne. Racconterà di lui Gertrude Stein che un ufficiale le aveva confidato di avere visto le due teste tagliate dei suoi agenti ambasciatori, messe in bella vista sui fanaloni anteriori dell’auto sostata in mezzo alla strada che lo attendeva. Questa esecuzione malavitosa dava subito da intendere ai francesi chi comandava gli affari in Barcellona.

Barcellona : zona Porto, calle Avignyò

Il capolavoro picassiano porta invece un titolo in francese, ma se volessimo spostare lo sguardo sul percorso della via Avinyò, quartiere Cubista di Barcellona in direzione porto, l’auto di Francis Picabia (residente in Barcellona) andava direttamente all’ Avignon francese, gemellando le due città.
La strada litorale che dal porto di Barcellona per Picabia porta direttamente ad Avignon , diventa una strada di grande interesse ispettivo, perché strada che collega più basi operative, formazione para intellettuale e paramilitare per la funzionalità nelle cospirazioni dell’Avanguardia francese.

La carrettiera invisibile che darà lustro alla Storia delle Avanguardie francesi, è parte della stessa strada maestra che da Barcellona ad Avignon (FR) converge i traffici presso un piccolo porto che verrà tenuto segreto alla Storia dell’Arte dagli stessi artisti falsari. Questa piccola ma famosa “strada” (percorso automobilistico) tocca diverse importantissime tappe dell’Arte moderna nascente, strada che assegna tanta chiarezza alla Storia del Cubismo e del Surrealismo spagnolo.
La strada interessata è quella che interrompe dal quartiere Hospitaletto in Barcellona verso Figueras, e che passa per le cittadelle Roses e Cadaqués ove erano collocate le sedi operative di Duchamp e Salvador Dalì. Stiamo parliamo della Carrettiera Roses, o via Roses oppure di Roses è la via?. Proseguendo dopo Cadaques, la strada su-su sale verso il confine francese in direzione Avignone. Alla sua sinistra convoglia un’altra strada segreta minore di montagna dove affluiva la merce di Picasso, merce prodotta tra i contrabbandieri baschi, merce “raffinata” e quadri cubisti prodotti nel suo quartiere generale, sede del marchio di fabbrica “Picasso” stabilimenti diretti dall’amico pittore cubista l’ex militare francese George Braque e altri meno noti della stessa scuderia.

Queste mappe geografiche spagnole svelano le triangolazioni di Basi belliche geopolitiche sensibili presso le quali si muovono i grandi artisti di Avanguardia nelle nostre indagini. Le tappe di quella strada toccano i quartieri generali cosmopoliti delle Avanguardia franco spagnole in “operazioni” congiunte prebelliche atte alla pianificazione della prima Guerra Mondiale e quella Civile di Spagna.
Ciò che sembra apparentemente fantapolitica vi assicuriamo che non lo è. Seguiteci.

Qui l’Arte si sporcherà le mani di sangue per la seconda volta sotto il regime espansionista del 26° Presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt (1901-1909) ma che tale Presidente americano non vedrà realizzarsi appieno il sogno della sua vita: la conquista della Russia.
Passerà il testimone al Presidente n. 27 William Howard Taft (1909-13) e alla sua tremenda figliola guerrafondaia Alice Roosevelt, ed infine, al Presidente n. 28 Woodrow Wilson (1913-21) che porterà a termine l’impresa di conquista e distruzione della monarchia europea e russa, ma non piegheranno la Russa.
Ai tre i presidenti conquistatori del mondo, la Russia gli sfuggirà ancora per un soffio grazie all’astuzia politica di un simpatico demonio chiamato Stalin già informato sui fatti cosmopoliti, manipolandoli senza rivelarsi.

Il cliché dei Bordelli :

Targa di un Bordello italiano (detto Casino)

Nell’ottocento il Bordello francese, grazie alla Rivoluzione “popolare francese, diventa un modello universale da esportazione. I Bordelli si espansero nelle varie nazioni confinanti laddove le religioni chiudevano un occhio al peccato (ma ai solo militari). La sua ricetta era sempre identica: tre etnie di prostitute straniere e qualche nazionale approvvigionavano i Bordelli della lussuria, donne provenienti da aree poco cristianizzate come la targa insegna di Madama Elvì allegata dimostra. Le prostitute Elvi erano prevalentemente di nazionalità francese, abissine ed emiliane (Italia). Nel capolavoro di Picasso vediamo anche spagnole e marocchine. Ora, se osserviamo le etnie che compongono il bordello di Madama Elvì del 1930 e lo raffrontiamo al capolavoro di Pablo Picasso, notiamo una stana coincidenza etnica tra le prostitute. Se ne deduce che Picasso era già a conoscenza nel 1906/7 di un piano fascista antecedente e prossimo su scala europea, dove era contemplato anche il Bordello quale attacco diretto ai dogmi matrimoniali della Madre Chiesa Romana. Per ciò, esiste una ragione politica che esporremo durante l’analisi della nomenclatura monarca e fascista analizzando la loro opere e Arte.

I viaggi di Picasso in Italia coincidono coi “balletti russi”, una sorta di Congresso itinerante e di coinvolgimento bellico che toccherà diverse tappe militari nelle capitali europee che vedremo alleate nella prima e seconda guerra mondiale per lo stesso identico intento: la Russia.

Quei viaggi di Picasso in Italia lasceranno le impronte digitali del suo passaggio tra gli artisti italiani che aderiranno alla prima guerra e fascismo poi, come altre impronte lascerà sui palcoscenici europei laddove si mettevano in scena gli emblematici “Balletti Russi” (vedi a Napoli sede della Marina Reale, presso Marina Francese e la Marina Inglese.), Picasso fu il fornitore ufficiale degli emblematici “Congressi”.
Chi era veramente Picasso e quale ruolo assunse?

L’Alleanza delle tre armate che formeranno l’esercito del generalissimo Francisco Franco nella guerra Civile di Spagna saranno formate da: spagnoli, abissini, francesi e italiani. Quelle cinque prostitute sono la raffigurazione delle armate chiamate in causa che hanno prestato giuramento offensivo. Nel dipinto mancano le prostitute germaniche. I germanici li ritroveremo invece aviatori alleati ai volontari fascisti italiani nella Guerra Civile, quali sterminatori di anarco/repubblicani insorti a difesa della democrazia.

La Prostituta

Alla data della composizione delle Demoiselle d’Avignon la posizione dell’esercito tedesco non era ancora definita in quanto erano in corso (dal 1906) i preparativi eversivi per l’abbattimento di tutte le Monarchie in Europa. Per la casa reale di Spagna i piani eversivi erano già in pieno svolgimento da un trentennio, sia all’interno del regno, come nelle loro colonie dove si chiedeva ad alta voce l‘Indipendenza e la Libertà dalla Spagna senza nulla sapere sul loro futuro misero e destino.

Picasso e i cubisti rientreranno in questo svolgimento strategico dove, dopo aver visto della Spagna la definitiva caduta secolare, quell’impero monarca spagnolo scomparirà dalla scena geopolitica mondiale per essere diretto dal cosmopoliti promotori di quella disfatta. Con la sconfitta a Cuba, la Spagna perderà l’amministrazione metafisica assegnatale da Cristo per la loro devozione Santissima, (vedi la Santità di Isabella). Per chi mastica un poco di politica sa che i piani trentennali e cinquantennali di Stato vengono stillati dai militari futurologi; la politica poi dovrà scrupolosamente attenersi ai piani segretati coinvolgendo il popolo nelle “riforme” imposte dal Ministero della Difesa o dai conquistatori in caso di fallimento.

Les demoiselles d’Avignon. è datato a un anno dalla guerra Russia/Giappone e preceduto, si dice, da molteplici studi e forse, il suo vero titolo sarebbe stato “Las Señoritas de Avinyò “ non fosse per il fatto che, Parigi essendo la Capitale mondiale della prostituzione fu deputata ideale perché ampiamente cosmopolita e sempre alla Moda.

Parigi, metropoli spumeggiante, accogliente, disinibita ed onorata, fu sede di molteplici intellettuali del mondo. Barcellona invece, decaduta militarmente, non poteva vantare grande disponibilità e nemmeno disobbedire gli ordini della nuova matriarca Gertrude Stein , giovane ambasciatrice in Europa dei cosmopoliti americani, quindi, Barcellona, perse il suo primato anche per il fatto che, gli spagnoli (a quei tempi ) pur essendo stati colonialisti ed imperialisti furono ritenuti dalla signorina Stein ignoranti, svogliati agli studi e agli interessi industriali. (Gertrude Stein: Biografie sugli Artisti).

Le bateau lavoir Paris | Montmartre paris, Bateau lavoir, Vieux paris
Bateau Lavoir

La direzione della prostituzione in Parigi invece, verrà assegnata ad un pittore di modeste capacità pittoriche di origine olandese: Kees van Dongen, uomo alto, sofisticato, presuntuoso, di estrazione borghese, dagli aspetti classici e che ritroviamo non casualmente tra i membri fondatori del Bateau Lavoir sede “collegiale artistica” di Pablo Picasso. Il Battello di Picasso era di fatto una “Base Operativa” militante europea. Da quel momento in poi i pittori di Avanguardia vanno messi sotto lente d’ingrandimento per capire meglio il loro ruolo artistico, politico e organizzativo tra le lesbiche, le prostitute, le modelle e intrattenitrici cosmopolite parigine, arruolate in massa per la causa della rinascita di Israele sancita a Basilea, tutti come agenti devoti e senza scrupoli pronte a spillare sodi ai ricchi turisti russi, per l’autofinanziamento e intrighi politico sindacali in Russia. La lussuria sessuale dei sovrani e nobili russi fu un tema di propaganda moralista dei cosmopoliti russi, tema per la presa del Palazzo d’Inverno, giurando di moralizzarlo.

Scoppiata la prima Guerra Mondiale, tutte le prostitute parigine per ordine militare verranno ingaggiate al fronte per soddisfare le esigenze dei giovani militari , e per tale motivo le entrate “dell’organizzazione” vennero a meno. Di ciò si lamentava Gertrude Stein con Picasso per quella penuria economica di franchi francesi. Pablo Picasso, praticone e determinato, subito trovò la soluzione e rispose sfacciatamente: “Noi in Spagna abbiamo ottimi Tori ben dotati”. Lei sorrise. Da quel momento la prostituzione a Parigi fu allargata agli uomini per soddisfare le esigenze di tante vedove, separate e belle signore borghesi annoiate, mogli di militari e di ufficiali disposte anche a pagare per amore del piacere tanto trascurato… Le casse dell’organizzazione s’impinguarono nuovamente e la gioia sessuale riprese allegramente a suon di marcette libertine a passo di danza.

Tipico Bordello di lusso

Due opere sorelle

Les Demoiselle di Avignon
La danza” di Matisse: un girotondo di armonia in capo al mondo
Enri Matisse: DANZA

Le stesse anomalie delle Demoiselle le troveremo nell’analisi del capolavoro di Enri Matisse “Danza”, opera per la costituzione e finanziamento dell’Armata Rossa non ancora comunista.
L’Opera venduta ad un magnate del Cotone russo e a caro prezzo, era il proprietario del noto cotonificio “Filo Rosso” di Pietrogrado, dove avverrà la prima insurrezione russa nel febbraio 1917. Il Comunismo e la “Stella Rossa” sui berretti militari si realizzerà più avanti sopra le teste dei rivoluzionari riportando ordine tra gli insorti sottomettendo i cosmopoliti al nuovo regime popolare. La Dittatura del Proletariato.




Con Danza e le Demoiselle, siamo in presenza di due quadri PENTAGONALI promotori di alleanze militari protese alla conquista del Mondo industriale diventando icone sacre d’Arte Cosmopolita. (Girotondo introno al mondo)

Le prostitute, le lesbiche, le modelle, le ballerine europee come anche in questo caso in Russia, che tanto hanno contribuito al disfacimento morale dei nobili devoti allo Zar, erano cosmopolite animate per il rastrellamento di capitale e la creazione della “Penuria da Capitale” per poi applicare la Sindrome Cubana.

Con questa operazione intrepida, si era presentata per le donne una occasione politica importantissima: la partecipazione diretta alla politica non come soubrette ma come protagoniste.
Scopriremo anche in Russia nel loro operato per l’autofinanziamento, la creazione di un esercito femminile e femminista di formazione russo-ebraica che s’imporrà in tutti i campi sociali, sghettizzando le donne in marcia verso un nuovo ruolo che le confà.

La parola Liberazione tra le donne prenderà connotati sociali diversi e non più fortemente militari o rivoluzionari. La Liberazione è per le femmine ebree promotrici una promozione in campo alla subalternità dai Fratelli maschi; donne in marcia verso un altro modo di costruire un futuro prossimo industriale che annetti la loro presenza in direzione. Nelle Avanguardie francesi invece, scopriremo nella rivoluzione femminista una, Gertrude Stein Grande Sacerdotessa Matriarca officiante anche funzioni religiose e non solo lei, tenendo nascosto alla storia il proprio ruolo Leader .

archive photo of Picasso at the age of 23 years, in 1904... handsome :) |  Picasso self portrait, Picasso art, Famous artists
Pablo Picasso

1907:
Picasso porta a Parigi le Demoiselle dichiarandole un opera Cubista quando di cubismo nessuno ne capiva una cippa. Parigi comincia a domandarsi cosa fosse il cubismo mormorando l’avvento di un matto più matto di Enri Matisse. Era un nuovo immigrato, un duro e deciso, uno che non si tirava indietro a niente e nessuno e che voleva conquistare un posto al sole a Parigi; praticamente un capobanda cosmopolita spagnolo, uno che non rispetta le vecchie regole imponendo le proprie. Picasso, arruolati i nuovi adepti., fonda Bateau Lavoir imponendo il rispetto per se e il suo monopolio economico in Arte.

1908;
Il gruppo più consistente di artisti stabilitisi quell’anno al Bateau Lavoir di Pablo Picasso è composto da: Georges Braque, Max Jacob, Marie Laurencin, Guillaume Apollinaire, André Salmon, Maurice Raynal, Juan Gris, e poi Fernand Léger, Robert Delaunay, Albert Gleizes, Andre Lhote, Jean Metzinger, Francis Picabia, Alexander Archipenko e Paul Gauguin di ritorno dal suo primo viaggio a Tahiti adunatisi in onore del gran pittore (Patriarca) Rousseau detto il Doganiere.
La cornice evidenzia un “Quadretto di Famiglia” che aduna tutti i componenti di spicco di Avanguardia ed altri artisti che si aggregheranno al gruppo storico.

Quindi, Avanguardia nel 1908 diventa una nuova “formazione artistica”, ovvero, un gruppo omogeneo di artisti rigorosamente della stessa origine etnica anche se di popoli diversi, adunati sotto forma di Clan, Lobby o Mafia. Tutti i componenti di Avanguardia sono rigorosamente di origine ebrea tranne qualche gregario esterno di fede cattolica lasciati perennemente in anticamera. Finti sacerdoti Cattolici e finti Pastori, verranno impegnati nelle scalate religiose per il controllo e dominio delle Chiese come la Culture e Formazione in Francia e più tardi anche del mondo.

Domanda: Qual è il motivo cardine di una simile adunanza in Arte?

Le indagini proseguono a pag. 2/2 sull’origine di frantumismo grafico.


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I Cubisti

Cubisti – Il cubo magico.

Chi sono i Cubisti?
“habitantes de los Cubos.”

La teoria d’Arte che il Cubismo sia ciò che attribuiamo come una invenzione pittorica di Pablo Picasso ha bisogno di una seria riflessione politica e storica. L’idea della tecnica pittorica raggiunta da Picasso nel quadro “Les Demoiselle d’Avignon” nasce nell’inverno 1906/07 presentata poi a Parigi di ritorno dalla Spagna furono elaborate da molti studi preliminari.

Barcellona: vista aerea.

Con il materiane Biografico circolante al di fuori del circuito dalle Accademie d’Arte su Pablo Picasso, risulta che l’artista sia un personaggio ancora sconosciuto e tutto da riscoprire.
Se ne deduce che, il Picasso artista che conosciamo non è il Picasso reale che ha movimentato la storia politica europea nei primi del Novecento. Le sue pagine oscure sono ancora segretate e inaccessibili piombiate negli archivi dell’Arca delle Alleanze.

Chicago: vista dal faro

Che fare?
Per ricostruire la reale Bibliografia di Picasso e aggiungere memoria alla memoria ci dovremmo trasformare in fantasmi e raggiungere Chicago regno dei gangster per estrapolare qualche notizia in merito, impresa non facile. Perché a Chicago?
Perché Chicago era ed è ancora, la base logistica di molte gestioni truffaldine economiche mondiali ai danni di tanti stati che non scelsero il loro modello social capitalista del Novecento ma lo subirono con la forza e con l’inganno.
Chicago, come protettorato del malaffare internazionale, divenne nei primi del secolo una metropoli potente al punto da essersi imposta al di sopra degli Stati americani, interpretando le leggi finanziarie a modo loro. Stranamente le strade oscure di Picasso ci portano sempre a Chicago. Perché?

Chicago !967: Inaugurazione del monumento a Pablo Picasso

Per capire questo concetto oscuro bisogna fare una passeggiata a ritroso nella Storia dell’Arte e precisamente al 1905 in Europa. Questa data sta diventando una ossessione, ma è l’ora “X” di una serie di eventi che cambieranno il corso della storia mondiale.

Nel 1905 dopo la sonora sconfitta dei cosmopoliti Bundiani nella Russia occidentale, (durante la guerra Russia-Giappone) i BUND si erano alleati ai cosmopoliti insurrezionalisti europei per la presa del Palazzo d’Inverno dello Zar, per poi ripiegare invece in massa, perdenti e squattrinati a Parigi. Picasso un anno dopo volle – a favore alla sua comunità ebraica spagnola – mettere a disposizione la propria capacità organizzativa di capo gang e pittorica dopo le relazione oscure avvenute tra i cosmopoliti di Spagna e Francia. L’artista si animerà per la creazione di una traffico illegale gestito coi contrabbandieri Baschi esportandolo definitivamente in Francia.

Incontrerà a breve l’ereditiera Gertrude Stein. Da quel momento la sua vita subirà una trasformazione radicale. La Stein lo inciterà a creare uno stile pittorico personale distaccandosi da tutti, affiancandogli esperti del settore per le lezioni d’aggiornamento concettuale.

Dal 1902, i dominanti in arte furono i Secessionisti viennesi . Gli austriaci, ottimi pittori e grandi decoratori, avevano messo in moto questa corrente artistica, dimostrarono di essere – per raffinatezza e maestria – la punta di diamante del collezionismo europeo portando a casa le più belle commesse d’Arte, commesse capaci di squalificare le Avanguardie francesi in campo.

Per sbarrare il passo ai Secessionisti, all’Avanguardia francese serviva una “strategia bluff” ; quindi, mentre le armate sotto il controllo cosmopolita preparavano i piani segreti d’invasione ai Reali di Germania, Austria e Russia le Avanguardie progettavano la successione del potere in Arte.

Per mettere fuori gioco i Secessionisti viennesi bisognava creare un Mercato artistico bluff, una critica feroce di arretratezza diventando per l’avanguardia ciò ed diventa una priorità politica assoluta. Il fine commerciale sarebbe quello di inserire i beni dei sovrani d’Austria nella lista nera dei beni imperiali austroungarici da sequestrare. I cosmopoliti polacchi, tedeschi, rumeni, bulgari ecc. furono rinforzati economicamente con capitali ombra attraverso le Avanguardie artistiche francesi impegnate a creare confusione e disordini nelle culture dei popoli da conquistare.

La trama

Salomè: Gustav Klimt

Per i cosmopoliti il futuro di Vienna, Mosca e Berlino erano capitali già capitolate. Era solo questione di tempo. Per i cosmopoliti del nuovo mondo industriale non c’era posto per altri che non fossero loro stessi alla guida della grande rivoluzione industriale del XX° secolo e la creazione dei più estesi monopoli mondiali. L’egemonia delle scienze e della tecnica era una strategia sotto il diretto controllo delle loro Banche che intercettavano capitali, cambiali, lettere di credito e giri d’affari delle più grandi industrie. Nessun era ammesso al di sopra di loro, neanche ai RE. Inoltre i cosmopoliti volevano il monopolio assoluto di tutte le Corone imperiali, poteri militari, politici e legislativi di ogni stato conquistato.

Lo scacco di Picasso

La mossa strategica per la rivoluzione post 1905 partirà da Enri Matisse dopo il presunto ritiro forzato di Claude Monet e il Gran Maestro Paul Césanne per limite d’età e malattia del secondo, proponendosi Enri Matisse con la “linea” più dura dei Fauve. I Patriarca dell’impressionismp andavano sostituiti perché non impressionavano più nessuno, sia come pittori che amministratori dei capitali americani nell’organizzazione i volontari alle guerre. I grandi gruppi finanziari americani avevano si, allertato gli stati Fratelli interessati alla futura spartizione dei nuovi regni, ma il fallimento degli insorti in Russia portò un forte ritardo e sconforto alla riuscita della conquista.
Si trattava ora di creare “nuove trame” tessute dalle Avanguardie. I grandi Cartelli del Cotone e Acciaierie riconfermarono la fiducia agli insorti, rifinanziando le operazioni di preparazione alla nuova invasione. Nuovo giro di regali, nuovi artisti sconosciuti da finanziare e , nuovi Movimenti da creare.

La Torre Eiffel fu la punta che meglio organizzò la rivoluzione culturale, politica e militare col nuovo Giappone non più diretto dall’Imperatore sovrano ma nazione diretto ora dal Ministro del Commercio estero.
Nel 1905 il Giappone attaccherà sul lato sinistro la Russia. Gli insorti Bundisti attaccheranno la casa reale dello Zar con volontari rivoluzionari sedicenti marxisti rivelandosi poi non esserlo. Monet, il patriarca dei Cosmopoliti filo americano-giapponese, aveva goduto un successo artistico non di poco conto. “andando alle stelle” le sue quotazioni grazie al capitale di copertura delle “strisce bianche e rose e stelle”.

Sempre nel 1905 la Repubblica Dominicana (isola sottostante a Cuba) vede un susseguirsi di Presidenti democraticamente eletti ma il debito estero nei confronti degli Usa cresce sempre di più, tanto che nel 1905 questi assumono il controllo doganale della Repubblica finendo per impoverirla ulteriormente. Iniziano già l’anno successivo una serie di rivolte e conflitti interni con vari colpi di stato che porteranno nel 1914 il presidente americano Wilson a lanciare un ultimatum alle fazioni in lotta: se non avessero trovato un accordo sarebbero stati gli Stati Uniti ad imporne uno. (come fece T. Roosevelt in Russia contro il Giappone). La dura repressione della Repubblica Domenicana farà il giro del mondo intimorendo i Latini.

interno di un cotonificio

Nel 1905 in Francia nasce FAUVE di Enri Matisse, palestra violenta per la preparazione di futuri “quadri ombra” cosmopoliti, uomini particolarmente duri da impegnare in operazioni dove la vita personale entrava in gioco. Gli allievi preferiti ai corsi “artistici” di Matisse, erano prevalentemente giapponesi e ragazzi violenti di Chicago, specializzandoli ancor più in crudeltà. Ed è in questa occasione che il duro Picasso capobanda, avvicinerà Enri Matisse per soffiargli metà del guadagno investito dai cosmopoliti nell’Arte come finanziamento occulto da parte del Cartello Internazionale del Cotone, di cui Matisse era un rampollo discendente di quella categoria, direttore politico fiduciario alla conquista globale di quel settore merceolo-gico per la creazione della prima Lobby “multinazionale” che governerà per decenni e decenni i prezzi dei filati a livello mondiale.

Pablo Picasso, presso Matisse e Gertrude Stein non solo verrà a conoscenza dell’intrigo internazionale in atto, ma da buon spagnolo ebreo, volle diventare il governatore (Patriarca) della sua Squadra politica: i Cubisti di Barcellona. Presso Enri Matisse, Picasso conoscerà i ragazzi di Chicago che daranno vita negli anni nel proibizionismo alla mafia emergente ebrea che riprenderà il controllo politico di tutte le mafie americane ed estere dopo dalla sconfitta di Al Capone.
Da wikypedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Chicago_Outfit

Al Capone

La Chicago Outfit inizialmente fu un “Sindacato del crimine” composto da gangster italiani ed ebrei, guidato da Giacomo “Big Jim” Colosimo, originario della Calabria e immigrato a Chicago nel 1895. Colosimo non tardò a creare grazie anche alla moglie maitresse Vittoria Moresco una serie di case di tolleranze in tutta la città e divenne un potente sfruttatore di prostitute. La ricchezza e il potere di Colosimo aumentarono a tal punto che gli strozzini della Mano Nera  incominciarono a chiedergli le tangenti .

Ma i cubisti di Barcellona non andavano tanto per il sottile neanche loro. Reduci di comportamenti violenti e terroristici in America latina durante l’impero spagnolo, sia in Francia che Europa faranno rispettare i loro interessi

Però una cosa aveva capito allora Picasso – anche se giovane ed ancora ingenuo come truffatore – egli era cosciente che la Spagna era l’unica candidata in Europa e nel resto del mondo occidentale in grado di realizzare questo nuovo modello concettuale di unione delle Arti, come lo fu in passato la Zarzuela adunatrice interclassista tutte le espressioni geometriche di un capoluogo cubista come Barcellona, capitale labirinto, dedalo urbano ottimo per gli agguati e controllo territoriale ove scegliere i più intrepidi uomini a difesa di un nuovo prodotto sfacciato che nessun sfidante in arte fu in grado di immaginare: “L’Arte Bruta” o brutale.

La letteratura spagnola invece, non ebbe il successo sperato pur avendo grandi artisti. Ma si sa, l’analfabetismo in tutto il mondo predilige come vettore culturale il canto, le poesie,le preghiere, i proverbi, gli aneddoti ed altro ancora, fonte depositaria della cultura nobile e rurale di un popolo. Ancora oggi i Latini sudamericani leggono poco, ma conoscono a memoria una infinità gamma di liriche delle proprie canzoni, prevalentemente rivolte alle questioni di “corason” (cuore) quale sede dell’Anima e delle passioni carnali. Infantili ed ignoranti per volere del potere mai latino, la riproduzione della carne è il perno sul quale ruota come una trottola “Vida y Muerte” (Vita e Morte)

Le sensazione, il presentimento, il sentimento, l’erotismo, l’orgoglio, il rispetto altero ed altri atteggiamenti che concorrono a creare la cultura autoctona di Spagna, in cinquecento anni di esportazione di tale cultura cavalleresca del “gaucho” diede vita a un modello politico ed urbano che ancora oggi domina l’America Latina, special modo nella suddivisione geometrica urbana in “Quadre”, agglomerati riquadrati su modello Cubista di Barcellona. Ma la “Quadra” urbana diverrà il modello per molte città d’oltreoceano, tra queste Chicago nata sulla spinta dell’immigrazione forzosa di latini e sudisti del mondo.

Questi concetti ed altri radicati nella cultura popolare, trasformo uno spagnolo in fante e il capitano in conquistatore che non fa a metà con nessuno, ciò fu causa di continue perdite territoriali ed imperi. Picasso no, Picasso è un Fante ne un Conquistador perché non è spagnolo, ma eclettico intrepido avanguardista, ombra cosmopolita.

Chicago: monumento a Picasso

Arte e Capitale 3/3

III°
Arte come Errore amato e armato

Philippe Daverio
Philippe Daverio splendido critico d’Arte italiano.

Philippe Daverio se ne è ben guardato di andare oltre quella sua scoperta che stava dietro la parola “Avanguardia” inventata da Giulio Cesare per sondare il terreno dei nemici e attacchi di sorpresa. Daverio limitandosi ad accennarla si esonerò dalle responsabilità del caso, come se, in politica tutto ciò fosse non una novità; ma lo fu certamente per il mondo dell’ARTE che sempre tace per non sollevare un polverone storico..
Philippe Daverio rese pubblica la sua scoperta in modo soft, gentile, col sorriso sulle lebbra, ironico, astutamente  ingenuo come sempre, come chi  ne parla senza ragion di causa come dire: chi vuol intendere  intenda, insomma un suggerimento. Ma  come asserisce la cosmopolita  Rita Levi Montalcini, neurobiologa quando afferma che, l’intelligenza umana sia nata da un errore del cervello evolvendosi, così fu per l’Avanguardia una volta che ebbe profanato l’Arte classica perseguendo nell’errore di genere in un Arte Moderna senza sapere dove ci avrebbe portato.
Di quest’Arte Moderna se ne parla sempre meno e senza capire a fondo di cosa si stia parlando, sostenendola comunque ad’oltranza nell’errore fino al diniego assoluto amato ed armato.

Balla e Despero futuristi: “ costruiremo milioni di animali metallici, per la più Grande Guerra..”.
boccioni
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Citazione:

Venne infine un tempo in cui tutto ciò che gli uomini avevano considerato come inalienabile divenne oggetto di scambio; il tempo in cui quelle stesse cose che fino allora erano state comunicate ma mai barattate, donate ma mai vendute, acquisite ma mai acquistate – virtù, amore, opinione, scienza, coscienza, ecc. – tutto divenne commercio. È il tempo della corruzione generale, della venalità universale, o, per parlare in termini di economia politica, il tempo in cui ogni realtà morale e fisica viene portata al mercato per essere apprezzata al suo giusto valore.

Karl Marx, “Miseria della filosofia”

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Picasso: 120.000 quadri e più.

La Fabbrica Picasso

Se Pablo Picasso non fosse al riparo dai “Segugi di Artemide”,  i suoi cataloghi, gli articoli d’Arte, le recensioni che ripetono a memoria la stessa cantilena da anni osannandolo  maestro al di sopra di ogni suo collega, i mercati d’Asta non saprebbero come nascondere una anomala “Fabbrica Picasso” che gli stava alle spalle con tanto di dipendenti, manager, mercati,  collaboratori  esterni, battitori d’Asta, critici, fotografi, scenografi, cineasta, giornalisti e mille intellettuali che gli facevano quadrato intorno e altro ancora e di più .

La Fabbrica Picasso era una macchina perfetta e mimetica. Analizzandola da vicino è un macchina isterica d’alta produzione di quadri  ed oggetti d’arte e cose di terzi firmate per un totale 120.000 pezzi catalogati come se non fossero soprammobili e ceramiche fortemente decorative da  espandere sul Mercato mondiale a chi è disposto a sostenere un mito fortemente economico e non certamente l’Arte. Picasso è un Copy severissimo a protezione di una Industria funzionante 24 ore su 24 in tutto il mondo. Quanto lavoro dietro.
Se aggiungessimo a ciò le sue avventure amorose, politiche, belliche e relazioni artistiche o ministeriali, pare legittimo chiedersi: “Quanti erano i Pablo  Picasso nel mondo? ” e qual’era il suo carburante da renderlo  iperattivo?
Alice Toklas nelle due biografie degli artisti conosciuti ai tempi, ci narra di un Picasso che avesse degli allievi in Spagna, ma anche copisti e riproduttori in Romania. Nella corrispondenza col suo gallerista/piazzista, Picasso ci confida attraverso il suo Agente dal quale passare per firmare opere di cui non era a conoscenza. Che Picasso fosse un disegnatore assiduo, quello si, e che spedisse i bozzetti da far realizzare ai propri collaboratori per poi passare per la firmare è poco noto. Per il pubblico americano G. Stein racconta esserci stato il suo copista fisso (da lei ingaggiato) che riprodurre in bella copia i quadri brutti o i commissionati a bozzetto. Quindi chi disegna su blocchetto assiduamente si presuppone essere un dirigente alla scrivania… quale? Verrà indagata.

Nel frattempo le indagini proseguono verso la sospettata produzione della misteriosa “Fabbrica Picasso”.

foto: Atelier di Picasso

Se prendessimo tutte le sue opere sparse nel mondo e aggiungessimo quelle mai catalogate e le volessimo suddividere in ore di lavoro, il conto non torna. Una simile produzione non può realizzarla una singola persona. Indagando nella sua vita privata troveremo molti giorni scioperati, mesi e anche qualche anno passato senza produrre nulla. Il  calcolo delle ore fa dedurre che a monte di tale produzione qualcosa non torni, quindi l’idea di una Fabbrica o marchio di Fabbrica prende legittima forma. Tornando a chi, futura socia in affari parlò di lui, di Gertrude Stein leggiamo quanto segue:

Una delle cose che m’interessarono di più furono le conversazioni che ebbi dopo aver scritto L’Autobiografia.
C’è sempre qualcosa che uno vi dice su qualcuno che non si conosce ancora, Marcoussis mi parlò di Picasso e Guillaune Apollinaire e Max Jabob. Mi disse che lo sapeva da quei tempi, eppure era molto giovane, comunque mi disse che in quei primi tempi Picasso aveva concepito la produzione in serie esattamente come la facevano in America. Diceva che ogni poeta doveva scrivere una poesia come lui doveva dipingere un quadro al giorno e se lui dipingeva un quadro al giorno ci sarebbe stato un tale ammasso che avrebbe completamente forzato un mercato per le poesie e i quadri e sarebbe successo questo. Diceva che dovevano portare ogni giorno la poesia a lui, e naturalmente lui avrebbe avuto un quadro pronto da mostrare e così faceva e loro facevano. Certo, loro non facevano tante poesie ma lui fece un quadro al giorno.

Bene; quando afferma: “Picasso aveva concepito la produzione in serie esattamente come la facevano in America.” si parla di “catena di montaggio” seriale come quella idealizzata dall’economista americano Federisc Taylor per la Ford.

Ora facciamo due conti della serva.

Concediamo a Picasso 360 giorni lavorativi per un totale di 360 quadri all’anno che moltiplicati per 72 anni lavorativi dall’impegno preso ai tempi del  BateauLavoir fanno un totale di 25.920 quadri. Andare a 120.000 quadri mancano all’appello 94.080 quadri. Per correttezza di calcolo e per realizzare una simile produzione ci vogliono almeno 5 Pablo Picasso impegnati tutti i giorni e per tutta la vita, sparsi nel mondo senza fare mai un giorno di riposo o vacanza altrimenti i conti andrebbero a rialzo.

Numero 120.000 quadri e non c’è una sola fotografia sua con la maglietta sporca di colore, ne maniche, ne mani?

Pablo Picasso e B.B. (Brigitte Bardot)

Approfondendo la ricerca sulla sua vita privata ne esce un Pablo Picasso “Noir”, pedinato dai servizi segreti francesi che mette a dura prova i migliori ispettori e detective  politico/militari stranieri, professori d’Arte, Critici, Collezionisti e agenti di Finanza, venendo alla luce, tracce di una serie di reati da citare Pablo Picasso a giudizio davanti ad un tribunale Internazionale d’Arte  per un severo Giudizio Universale.


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Picasso e il giullare: Le Fou

Pablo Picasso: il Giullare 1905

Questo articolo divulgativo su Pablo Picasso è tratto dal Blog di Angela Greco, una mente illuminata. E’ un articolo che merita per chi è estimatore dell’artista Picasso come per chi lo deve divulgare o spiegare alla propria scolaresca. Alla fine, tra i commenti in fondo, c’è il mio giudizio assassino perché smitizzo dei concetti contigui e generici continuando a scrivere su una pagina rimasta bianca nella Storia dell’Arte. Alla vostra memorie vi aggiungerò altra memoria.

Sulla risposta mi assumo ogni responsabilità: FiloRossoArt

Buona lettura.


di Angela Greco

Pablo Picasso (1881 -1973), Le Fou (Il Matto) – 1905, bronzo, altezza 41 cm Le Fou fa parte della collezione Denise et Pierre Lévy custodita presso il Museo d’Arte moderna di Troyes. Aperto nel 1982, il museo è uno dei più ricchi musei d’arte moderna nella provincia francese. Costruito nell’antico palazzo episcopale, è un museo di […]

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Pablo Picasso, Le Fou – sassi d’arte — Il sasso nello stagno di AnGre


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