Enea sbarca a Chicago.

Da questo momento ha inizio un viaggio fotografico a Chicago.
Chi vuole ci segua.

Perché uso la particella pronominale “ci” segua ? Perché gli autori di questo viaggio siamo due: io (Enea Anchise) e Turk Meyers.

Turk Mayers è un gentile cittadino di Chicago conosciuto in Face Book durante la quarantena da Corona Virus. A causa degli arresti domiciliari di massa per impedire il diffondersi del virus malefico ebbi molto tempo a disposizione da spendere in Internet (web). Mentre ricercavo, costruivo e correggevo le mie pagine d’Arte qui in Word Press, nell’intervallo di tempo il mio occhio magico per l’indagine d’Arte volle attraverso Face Book cadere su Chicago. Visto che le mie indagini finivano sempre in quella città sconosciuta volli fare in giro ispettivo tra i siti per interrogare, sapere e scoprire.
“Qui non si parla di politica”. Questa frase è nella scheda di partecipazione alla pagina scoprendo che in America non si parla di politica per non finire nella rissa. Il dualismo politico (soluzione pericolosa) scatena le tifoserie, sport che riduce a punkabbestie i tifosi urlanti dagli spalti esprimendo tutta l’anima primitiva quali discendenti dei primate. Quindi meglio tacere perché l’americano è anche ignorante (voce del verbo ignorare) nel senso che non deve sapere. e tra gli insapienti di Chicago ho cercato l’arte e la storia della città come anche la ricerca su Picasso in una città sepolta viva da Corona Virus.

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Foto: Inaugurazione del monumento a Pablo Picasso 15/agosto/1967

La scultura, in Daley Plaza nel Chicago Loop , è di 50 piedi (15,2 m) di altezza e pesa 14 tonnellate. La scultura cubista di Picasso è stata la prima opera pubblica importante nel centro di Chicago.

Premetto che su Chicago, prima d’ora nulla sapevo se non qualche cenno storico assimilato dalla Storia dell’Arte in Italia. Una città abbandonata perché rea confessa di malavita e quindi priva per me d’interesse.

Dopo qualche pagina di lettura F.B. vidi tra le immagini storiche una scultura gigantesca di Pablo Picasso in una piazza della capitale. La cosa mi stuzzicò la voglia di capirne di più, scoprendo che: i cittadini di Chicago vollero issare in omaggio al grande artista scomparso (meno male), una sua papera ingigantita e posizionarla in bella vista in una piazza a lui dedicata dall’amministrazione di Chicago, capitale dell’Illinois State.
Chicago, 2.705. 994 abitanti, la terza metropoli più popolosa degli USA,

Covid a Chicago 2020.

Appena scattò l’allarme sanitario COVID-19 in America, più della metà delle pagine di Face Book entrarono in Black Out in quanto la maggior parte degli americani che ne fanno uso. utilizzano F.B. dal computer dell’ufficio dove lavorano. Restando a casa, il Corona li trovò sprovvisti di computer, di pass legate all’ ID, quindi privi di comunicazioni virtuali. Tutte le trasmissioni social diurne parevano sospese. Un silenzio informatico regna ancora adesso negli Usa.

Gironzolando a vuoto e senza risposte alle mie mille domande, scoprii con meraviglia Turk Meyers – un lavoratore volontario e a rischio – che si stava prodigato coraggiosamente a consegnare cibi caldi ai cittadini asserragliati in casa e che grazie al suo impegno sociale potevano nutrirsi. Turk Meyers restò meravigliato nel vedere la sua città vuota. Scattò le prime immagini al monumento di un noto senatore Repubblicano che presentava i fasci littori come decorazione. Avvicinatolo gli chiesi se poteva fotografare i particolari appassionandolo a scattare altre foto e metterle sulla pagina d’arte ove era iscritto. Dopo previ accordi, continuò a scattare fotografie dal suo Smart nei percorsi di consegna, restando spesso interdetto e affascinato nello scoprire un altra Chicago mai vista prima. Anche se non riceveva i dovuti “mi piace” lo spinsi a proseguire suggerendogli che quelle immagini negli anni avvenire sarebbero divenute uno straordinario documento fotografico /Book) per gli studenti di architettura, pittori, fotografi, sociologi ecc. futuri interessati della città. Seguirlo fu per me un gran bel giro turistico affascinante scoprendolo direttamente da casa mia i particolari di una citta addormentata. Avevo a disposizione un punto privilegiato di osservazione. Una simile occasione non si sarebbe presentata mai più, quindi tutti i giorni andai – e tutt’ora – a guardare cosa ha fotografato di nuovo Turk Mayer.

Sito: https://www.facebook.com/groups/207881226643638

Nel seguire la sua camera scopro Chicago essere una città americana vista senza filtri, una città reale, osservata con occhi umili di chi consegnando cibo resta attonito nel vedere la propria città la prima volta. Turk scopre angoli segreti, flora, fauna, ponti, parcheggi, monumenti, negozi chiusi ecc. e rari esseri umani silenziosamente mascherati in giro per garantire l’assistenza base alla città convalescente.

Fatto conoscenza virtuale, superata la diffidenza americana, era come se insieme a Turk si aggirassero “due fantasmi” nella grande città misteriosa che tanto ha fatto parlare di se nella pagine di politica nera negli anni del proibizionismo (1920 Gangster), come altri fatti di corruzione e sangue nella politica economica moderna. Una cosa ho capito: i cittadini di Chicago nulla sanno della propria città se non il servizio che danno come buoni cittadini per farla funzionare bene. Però c’è da dire anche che, questo difetto urbano è presente in tutte le Metropoli del mondo.

Ora, con Turck, ho coordinato le nostre operazioni dando vita a un programma per un prodotto congiunto,; Turk Mayers si è preso l’incarico di Foto/Reporter, ( lui scatta senza chiedersi nulla, scatta solo a piacere o curiosità per poi guardare a casa il risultato del giorno), io invece osservo le sue foto dall’Italia e se è il caso – perché l’immagine è illuminante, gli chiedo altri dettagli della medesima foto.

Mentre la parte Alta della città possiede geometrie impeccabili, grande ordine e pulizia, la parte Bassa (la più ampia) è molto disadorna a causa dell’economia ristretta cui sono sottoposti molti cittadini periferici. Ma ci sono anche quartieri bassi molto eleganti ed IN. La cosa che mi ha turbato e nel contempo meravigliato, è la presenza di fili elettrici aerei con impianti volanti improvvisati che hanno compiuto almeno 50 anni e senza mai interrarli, dove la corrente elettrica (110 volt) va da palazzo in palazzo creando una giungla di fili che sembrano liane della foresta. Da li nasce la seconda idea che avrà corso, dove i fili della luce saranno gli interpreti della raccolta fotografica “Ironica Concettuale” per dare modo a chi guarda di sentirsi cosmicamente sospesi tra realtà oggettuale e realtà metafisica.

Da ciò nasce questa idea già fattasi copertina:

Turk Mayer & Enea Anchise: copertina

Penso che questa, per me, sia la prima volta dove la copertina nasce prima dell’opera (in pdf ” seguirà la raccolta delle foto ritoccate (da me).

Face Book: Art In Around Chicago Pictures, è la piatta-forma dove Turk & Enea si sono incontrati e conosciuti. Essa ospita altri artisti amatoriali con i quali si è stabilito un rapporto debole, fievole, ma si sa, gli americani sono diffidenti perché la prudenza in America non è mai abbastanza. Da loro, le trappole e le violenze sono sempre in agguato, ma si sa, siamo a Chicago.

Enea Anchise

FiloRossoArt


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Arte: La perfezione (1/2)

Ecco!

La “Perfezione”. Fu chiamata in causa dalle Avanguardie per essere distrutta in quanto, la perfezione è lo stato di qualità di ciò che è eccellente, altero, esente da difetti, sovrana, non suscettibile di miglioramenti. Eccellente è un prodotto portato a termine dalla completezza (cura dei dettagli)

La Perfezione essendo un voce irraggiungibile al rachitismo, le Avanguardie pensarono di manifestare tutto il loro disprezzo e dissenso verso ciò che sarebbe stato un impedimento frustrante durante la creazione di cose nuove e diverse nel proseguire sulla strada dell’Arte. Tutto ciò in vista di un nuovo mondo tecnologico da inventare e nuovi committenti da soddisfare.

Il mondo industriale chiedeva una interruzione drastica , uno stop assoluto col passato, per riflettere sulla creazione del nuovo avvenire dove la Tecnica e la Tecnologia volevano inscrivere le loro idee nuove su di un foglio bianco, immacolato, capace di dare vita ad un altro Mondo; il Laico o se meglio gradite l’Ateo, in quanto essendo creatori , potevano sostituire il vecchio Creare immutato della Natura divina.
Li avvenne la frattura dei due sistemi creativi; il Biologico e l’Artificiale. L’Arte fu chiamata in causa a sostegno del secondo Mondo dissociandosi dalla Teologia del Divino Creatore di ogni cosa. L’uomo, nutritosi del frutto delle scienze diventa Creatore con artificio.

L’Avanguardie è l’imperfetto.

Con la rivoluzione industriale s’innesca una trasformazione sociale epocale. I centri direzionali cosmopoliti avevano già elaborato i prossimi cinquanta anni post/bellici e tutti in salita.

Lo sviluppo sarebbe stato affiancato da un universo di materiali inesauribili: Acciai, potassa, rame, alluminio, petrolio, cotone, carbonio. utensili al vidiam, punte temperate e gomma; legna stagionata , ceramiche, cromo, zinco, laterizi vari, chimica , farmaci ecc. elementi naturali e no per asservire il mondo magico dell’industria animato da una corrente elettrica a 380 volt, erogata da grandi generatori e corpi illuminati, linee elettriche di rame interminabili.

cntrale elettrica

Il rame divenne un elemento strategico come lo fu per gli egiziani antichi nel fondare il loro impero prima della scoperta del bruno ferro. Quindi Oro ferro e rame era sinonimo di modernismo. Con la forza motrice (elettrica) era possibile entrare prepotentemente nell’Era del gigantismo produttivo con macchinari sempre più enormi dall’aspetto spaventoso. Sculture semoventi
Nella Cosmologia astrale, sul disco della propria galassia (vedi Via Lattea), il pianeta Terra si trovava precisamente al punto opposto delle Ere dei dinosauri. Si poteva iniziare a costruire per riflesso le grandi opere. La stella Polare si trovava perfettamente all’opposto della grande stella Vega. (ex magnete polare primordiale)
I centri universitari filosofici e sociologici in Germania, nelle loro analisi scoprirono esserci due coefficienti fastidiosi da rimuovere per il buon esito delle operazioni rivoluzionarie, elementi che avrebbero impedito o rallentato lo slancio progressivo industriale magico. I due elementi fortemente impedenti erano: Le Masse sindacalmente organizzate e le antiche Case Reali.

I Re e gli Imperatori e la Corte di vassalli avevano finito il loro compito di Storia, si prospettava per loro un tramonto tragico rosso come il sangue. Per gli agguerriti industriali emergenti, quelle dinastie andavano rimosse al più presto, sia politicamente o con la forza bruta (guerra), e con loro, i sudditi non più gestibili come popoli ma come futuri contribuenti, specie quelli fuori controllo demografico.
Tutto andava amministrato diversamente. e nessun altro esempio o sperimento sociale dava soluzioni imminenti se non il modello industriale capitalista angloamericano già collaudato.
Gli imprenditori, fornitori delle monarchie, compresero l’esigenza di far nascere al più presto nuovi soggetti industriali, altrimenti travolti da una valanga estera modernissima. Ma le monarchie non seppero adeguarsi velocemente come lo furono gli stati borghesi uniti, restando diffidenti e frastagliati tra loro. Subirono per ciò: guerre di confine, rivoluzioni borghesi interne e proletarie, distruzione, fame e sonore sconfitte.

fabbrica di cannoni

La quantità di merce prodotta nel mondo industriale stava rivoluzionando i modelli di vita in cammino verso un benessere futuro e di massa. Nulla faceva presagire diversamente, proprio nulla.
Per i cosmopoliti, il futuro sarebbe stato governato da un unica direzione d’impresa monetaria a modello capitalista, sovrana in tutti i Mercati.

riserva aurifera

Sul finire del secolo ottocento, le primitive banche indipendenti e sparpagliate sul territorio americano rastrellatici delle pepite minerarie per farne gioielli , durante la guerra civile di fine ottocento cominciarono a formarsi in loro l’idea di adunarsi tutte sotto un unico monopolio pilota: La Banca Centrale d’America e farne lingotti.

Con la guerra civile americana (Guerra del Cotone) l’America convogliò i propri coloni al progetto di una Unione di Stati autonomi riuniti sotto una sola bandiera nazionale con l’unico Governo Centrale. La fine della guerra civile adunò gli stati perdenti nel progetto U.S.A. e le loro industrie si dovettero adunare nelle Lobby esistenti nordamericane perche già internazionali. Le Banche progressiste resero possibile la nascita di quell’impero democratico coprendone tutti i reati e le spese.

Chicago capitale economica

Alla fine dell’ottocento con le buone o con le cattive gli Stai Uniti d’America erano pronti ad esportare il proprio modello di successo in tutto il mondo. Nell’Olimpo delle Nazioni era nata una nuova potenza divina: gli USA, divinità che detterà i suoi ordini a tutte le agende e cancellerie mondiali per tutto il XX° secolo restando perennemente in Guerra. L’industria lo permetteva.

Correva l’anno 1897. L’analogia del Primo Congresso Sionista coincise con la scoperte di una stele in Siria che confermava un alluvione avvenuto del tutto simile a quello di Noè. Per la casa d’Israele la stele fu un segnale divino come le tavole di pietra di Mosè (a Stele). La Stele siriana non si sa bene per quale motivo associabile, divenne un forte segnale di fede monoteista che il Messia sarebbe venuto a governare tutti i popoli del mondo entro e non oltre l’anno 2.000. A Basilea dal 29 al 31 Agosto del 1897 il Congresso in oggetto adunava tutte le famiglie e tribù ebraiche per un giuramento collettivo di conquista del Mondo preparando il Regno al loro Dio Unico nella prassi consolidata storicamente come Nuovo Ordine Mondiale (NOM) riscontrabile come portatore di disordini e guerre come testimonia la lunga storia travagliata d’Europa e d’America.

Il Duemila è l’anno dell’arrivo del Signore. Tutti i Re della Terra deporranno


Per chiunque studi la Storia o da qualsiasi angolo possibile ponga il suo punto di vista nell’osservarla, deve tenere sempre presente questo passaggio importantissimo in quanto gli permette di aprire (senza scardinare) tutti i sigilli che racchiudono i segreti storici d’Occidente.
La grande comunità dei senza patria, per secoli hanno governato nel bene o nel male in tutti i paesi in cui furono ospiti vivendo e dirigendo la storia d’Europa da invisibili dal regno delle ombre (anonimato)
L’ebraismo è un prodotto umano disciplinate e costruttore di ottimi Leader spregiudicati, compito non facile al quale si sono messi alla prova. Le prove di ciò che si sostiene sono nella Storia dell’Arte perché generatrice del creato Artificiale. L’ansia da prestazione per chi vuole dirigere il mondo da un solo punto di vista sta nella ostinata “Perfezione”.


Picasso: Guernica è Arte?

Per chi sì appresta la prima volta a visitare il famoso quadro Guernica di Pablo Picasso resta un poco basito sulla dimensione, la tecnica d’esecuzione  e narrazione. La prima domanda che si pone lo spettatore è la seguente: “Questa opera è Arte o un disegno a fumetti gigante? “

Siamo nel 1939 a un passo dalla seconda guerra mondiale con l’ordine internazionale cosmopolita di reprimere con la forza ogni forma di ribellione al capitalismo quale modello sociale unico ed universale, reprimendo con la forza estrema ogni forma di rivoluzione sociale che permetta l’espansione del comunismo sovietico o l’anticapitalismo in Europa.

Ricostruzione storica?
Guernica, la cittadella disobbediente, fu bombardata ripetutamente tre volte in un giorno durante il mercato del bestiame per distruggere i rifornimenti alimentari ai democratici spagnoli in rivolta contro il Colpo di Stato dei Militari contrari alla democrazia. La scena del quadro si svolge nelle cantine usate come precari rifugi antiaerei e distrutte con bombe incendiarie ad opera di fascisti italiani e nazisti tedeschi in aiuto alle camicie nere spagnole. Il Nero è il colore di queste organizzazioni militari criminali che sperimentavano l’esportazione della guerra tradizionale di trincea con la nuova da espandere anche alle metropoliti. L’esperimento di Guernica spingerà l’architettura a progettare nuovi e immediati rifugi antiaerei robusti e in tutti i quartieri d’Europa. Il Sacrilegio era stato commesso. Le civiltà mondiali furono allertate perché minacciate.

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Che la parola Arte sia stata inflazionata non è un opinione e nemmeno una novità. E’ sufficiente che appaia un’immagine colorata su di un quaderno o rivista commerciale, come un “graffito” sul muro o immagine su di un monitor, che subito la parola Arte si intrufola con tutta la presunzione che il caso impone a priori dell’essere una “Opera d’Arte” chiedendone immediato rispetto e il dovuto valore.

Lo specchio Magico.
Che l’Arte sia sempre stata una sorta di specchio magico che riflette sulla propria  superficie un aldilà immaginario oltre la realtà apparente, ogni autore dell’immaginario proprio tende a quella pretesa. Che la Critica sia l’ultima spartiacque capace di risvegliare dall’incantesimo lo spettatore attonito, è pari al diritto di uno storico che abbia la pretesa di dire la verità senza nulla sapere sulle intenzioni macchinose che hanno dato origine agli eventi bellici o rivoluzionari sconvolgenti. Alcuni casi bellici si presentano semplici epigrammi, scaramucce, altri invece sono veri e propri teoremi rompicapo in quanto occultano le prove evidenti. Tutto ciò che conosciamo sulla nostra storia è relativo al nostro sapere formale, se indagata invece….

Storia senza ragione.
La presunzione modernista non vuole sentire critiche contro il suo operato nell’interpretare le parole storiche deformate a fini speculativi, per ciò, tale presunzione di fatto genera una sorta di mala-educazione linguistica o distanziale dovuta alla perdita del senso della ragione nella parola stessa e  il suo significato ancestrale. Il disegno, l’illustrazione, la grafica, fatte entrare prepotentemente nel tempio dell’Arte si sono accomodate spesse volte non sui banchi di orazione o sui muri illustrati, ma direttamente sugli altari divenendo gli artisti stessi la divinità a riferimento guida.

Illustrazione e Arte.
Il confine tra Illustrazione e Arte e fievole, quasi impalpabile se non si conosce l’argomento, e la Storia dell’Arte fu la prima responsabile nel aver dissociato la sacralità dall’opera iconoclasta per contemplarla a motivo di studi ispettivi e sua storicizzazione. Chiamare certe narrazioni artistiche Arte  definendole piuttosto opere “figurative” o “raffigurative” o “rappresentative” di un mistero, la storia accademica  commise un grave errore metafisico imperdonabile scinderle a priori dalla loro funzione.
Da quel momento in poi, scissa  dalla realtà oggettiva tra spettatore  e mistero metafisico rappresentato, il mistero steso si spegne divenendo sempre più fievole, invisibile, fino a scomparire. A quel punto l’Arte maiuscola diventa atea o quadro, lasciando spazio sulle  nuove tele per la  raffigurazioni del nuovo stile e dare più importanza alla ideologia da difendere piuttosto che al mistero nascosto nell’evento accaduto raffigurato.

“Simile non uguale”

Il “simile non uguale” produce un faxsimile  e cioè, ciò che i pittori da cavalletto hanno prodotto per quasi due secoli: Decorazioni.
Dopo che le Avanguardie di fine ottocento hanno cominciato allontanarsi dal vero aprendo la strada agli artisti del primo novecento adunati in Sette Segrete, decretarono “critica mente” che una  immagine qualsiasi,  essendo una “manifesta/azione” della creatività umana, anche se brutta, ciò è inevitabilmente un Opera d’Arte. a Questo punto ogni cosa che esce dalle loro mani viene santificata come Arte,

Capolavoro:
Così come ci  è stato insegnato nelle Accademie, il Capolavoro  era  l’espressione massima e verticista di un mestiere altamente raffinato e professionale che ha saputo offrire prodotti  al limite della perfezione estetica, appunto: “Simile ma non Uguale”. Da qui nasceva la scuola di pensiero che sapesse produrre artisti dalle opere Ideali, mete Ideali, fini Ideali. Ciò spinse  le nuove forze Critiche concettuali a sostenere che: ” E’ l’Idea che fa l’Arte non l’artista”. da qui il dogma moderno: “Arte è Idea.”
Su queste disquisizioni si sono mossi eserciti di Critici che hanno riempito scaffali di Cataloghi d’Arte e di Filosofia Critica che hanno prodotto una ampia collezione di concetti autostradali con barriere controllate in entrata e in uscita, prerogativa per soli addetti o eletti. (Monopolio del Mercato d’Asta e Collezionismo).

Ritorno al figurativo.
Che le Avanguardie sul calare delle esperienze patriottiche cosmopolite di appropriazione indebita delle russie e la  preparazione bellica negli anni a seguire il 1917 (o abbiano inscenato altre nuove guerre), abbandonato in parte la conflittualità politica contro l’arte figurativa in favore all’astrattismo muto e inespressivo, capita anche la trappola cosmopolita in  cui tutti gli artisti erano finiti dentro, il bisogno del ritorno , della riscoperta graduale della figura umana (vedi i surrealisti pittori e dadaisti illustratori), ciò fu riacquistare credibilità nella comunicazione diretta per tornare in tal modo di parlare alle masse, fu uno scatto doveroso quel tornare indietro verso la figura umana mentre gli oltranzisti dadaisti e futuristi estremisti continuavano imperterriti le loro scaramucce espressive in bianco nero e grigio.

Arte e ipnosi.
Non c’è da meravigliarsi se davanti ai disastrosi anni prebellici  organizzati e diretti da autorità senza testa negli anni ’20 si siano dimostratisi poi dei macellai scellerati ideologici e colonialisti in divisa nera o grigioverde militare, artisti da caserma per tragedie umane belliche dall’esito devastante. L’Arte venne spazzata via dalla nuova Arte più ipnotica della pittura e  della illustrazione: La RADIO e il Cinema. .

Per la Radio  è imminente la propria brutalità risolutiva, come la caduta rovinosa della pittura e del pensiero intellettuale divenuti inutile macerie ai processi istruttivi degli storici radiofonici, i quali, nascosero e negarono il futuro promesso dai  senz’anima, che portò molti dei loro adepti arruolarsi per  sconvolgersi in lutti subiti. Riscopriranno dopo la guerra nel figurativo il bisogno poetico  di rivolgersi con immagini di eroi e condottieri stampati su immaginette, a chi devastato potesse riprendere fiducia nel l’uomo e non nelle geometrie, tenendo nei taschini interni e portafogli le immagini iconoclaste di santini, genitori e futuri amori.

Riscopriranno gli artisti delusi le vecchie linee guida abbandonate o negate durante i grandi  moti,  onda d’urto generata dallo “Specchio infranto”  cubista. Quel ritorno, per molti artisti voleva dire riscoprire del mondo primitivo gli idoli antichi (scultura), o i mondi silenziosi che stavano oltre la cornice argentata o dorata, dove il quadro riflette una realtà umana portatrice di eros e sentimenti disconosciuti alla psicanalisi logica moderna e geometrica. La Critica li condannerà e li esiliò perché al futuro, come dice Orfeo non si deve voltare le spalle per rivedere l’inferno che abbiamo lasciato indietro.

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Foto: vista aerea di Guernica bombardata.  

Guernica non è un opera cubista perché Guernica essendo una cittadella Basca non è mai stata cubista come Barcellona, neanche come architettura, anzi, subendola molto spesso. Bisogna fare molta attenzione col passato storico di Picasso perché spesse volte è ingannevole come lui stesso.

Questa opera pittorica, per cominciare a capirne il senso, va considerata come gran bozzetto o “cartone” per la realizzazione di un quadro in stile surrealista. E’ opera  apparentemente sobria e  incompleta come se gli abbisognasse ancora di essere colorata per diventare un vero quadro,  ma che quadro è già, finito pur  presentandosi incompleto. Guernica è una grande illustrazione per stampe in bianco e nero a tiratura economica e divulgativa. La macchina pubblicitaria cosmopolita di sinistra divulgherà il quadro nel mondo con la notizia dell’eccidio di strage, olocausto risolutore di un azione bellica, negando lo stesso Picasso con quel quadro le sue responsabilità dirette. L’opera divulgata farà tremare le sinistre europee perché  una notizia simile, con quella illustrazione allegata, serviva ad incoraggiare le destre europee ad andare oltre.

L’opera  profetizza l’evento stragista alla compagine marxista spagnola, in trappola, incastrata, come dire : “Questa volta non si scherza, questa è la tua fine” perché in guerra i colori svaniscono tutto resta in bianco nero e grigio e marrone cupo . Per chi era ebreo oppositore al capitalismo,  quel quadro senza colori,  dalle teste rasate fu una dichiarazione di olocausto imminente: fu Nazi reato (opera di purificazione biblica ) che da il diritto di uccidere la carne impura dopo essersi rasati completamente testa e viso)… e così  sarà.

I non colori.
I colori fondamentali del quadro sono: Nero, Bianco, Grigio e poca Ocra. Questi non colori, non nascono in Guernica  per una esigenza estetica dell’artista (che la stampa editoriale allora esigeva) ma per l’artista Picasso ciò  fu per motivi religiosi. La cosa può sembrare strana, tendenziosa, maldicente visto che su Picasso non si hanno notizie in merito sulle sue scelte religiose. Vediamolo.

Innanzitutto è difficile trovare nella sua vastissima collezione (120.000 opere) un osanna all’erotismo sexy tipico dei pittori per generare incanti nell’ipnosi, lui no. Le sue nudità, come si dimostrano essere  Les Damoiseles d’Avignon, 1907, non sono erotiche, anzi, pietose, orribili, sia per le pose che per la grossolanità anti estetica dei corpi. L’arte di Picasso, spogliandola a dovere, risulta essere profondamente casta.
La castità sessuale denota l’appartenenza ad una corrente religiosa monoteista profondamente etica.  Già questa osservazione  dovrebbe mettere in allarme i galleristi e critici d’Arte. Picasso non è ateo, anzi, pur possedendo una forte tempera sessuale l’artista è profondamente religioso, monogamo e di rispettosa fede coniugale. L’avere avuto diverse compagne dopo il primo matrimonio denota la sua condotta morale essere retta nello sposare poi le proprie nuove compagne. L’ombra sospetta sui suicidi delle mogli avute, apre un argomento scottante ma che esula dall’Arte, come i figli legittimi mai abbandonati  al loro destino o diseredati a cagione delle loro madri.  I suoi divorzi sono sempre stati consenzienti o finiti in modo tragico, quindi risolutivi.
Tornando ai tre colori base in Guernica, Picasso lo si  evidenzia rigorosamente religioso proprio per la scelta dei tre colori  di base, e, per meglio capire questo concetto, prendiamo da un passo tratto  dall’Autobiografia di una nota Modella francese del tempo, modella  per fotografi e pittori Kiki di  Montparnasse quando parla di Man Ray pittore dice:

Man Ray non ha mai smesso di dipingere pur dedicandosi alla fotografia. Anche i suoi quadri sono straordinari. Come nelle sue foto,  usa tre colori soltanto, il nero, il bianco e il grigio. Quello che fa disperare Man Ray è che io abbia gusti da negra.Vado matta per i colori sgargianti. Tuttavia a lui i negri piacciono. 

da: “MEMORIA DI UNA MODELLA” di  Kiki di Montarnasse (pref. di Ernest Hemingway)  ed: Castelvecchi

Cosa hanno in comune Pablo Picasso e Man Ray da usare gli stessi colori? Una cosa limpida e una nascosta: la limpida  è che Picasso sceglie la prima moglie ebrea, mentre Man Ray  è americano di origine russa sceglie Kiki l’ebrea (come anche altri nell’Avanguardia francese), ma la cosa che li rende comuni tra loro nelle abitudini coloristiche è che sono ambedue monoteisti e di fede ebraica. Quando le stranezze sono affini, denota che: Man Ray fotografo, di nudità femminili abbonda, spingendosi oltre,  quasi al limite della pornografia, mentre come pittore non dipinge mai esseri con l’anima dichiarandosi astrattista parando dietro  la monocromia la sua fede religiosa come Picasso. 
Domanda: Come mai questa differenza tra fotografia e pittura dove la prima è un arte permissiva nel nudo e l’altra si rivela casta?

Casto e no.
Il meccanismo sta nel principio della “Creazione”.
La Pittura “crea”, la Fotografia “riproduce”, quindi quando Man Ray ebreo pittore crea si attiene scrupolosamente alle regole religiose della castità della sua tribù d’appartenenza, quando invece è fotografo, ogni sua modella risponde personalmente e secondo coscienza della propria nudità. Il Fotografo è un acuto maneggiatore della Luce in quando progettista di “scena composta”.
Ecco perché nel mondo ebraico la forbice dalla Castità  e Prostituzione (sacro e profano) si spalancano  ampiamente, perché tra il sesso maschile e il sesso femminile nel loro mondo avviene una separazione concettuale profonda, due mondi completamente diversi dove: l’uomo è Sacro e la Donna è profana, quindi il corpo della donna ebrea non dissacra la religione se scomposta mentre l’uomo è direttamente responsabile delle proprie azioni ed intenzioni. Se Man Ray sceglie per se una compagna di fede ma di facili costumi che  le inscena forti rimproveri di gelosia in pubblico sulla smodatezza erotica di Kiki, in privato, l’ama nella  perversione più spinta fino al sadomaso venerando il Marchese de Sade suo Gran Maestro ed ispiratore.

Picasso ebreo invece, pur pittore e anche lui fotografo, esige per se donne pubblicamente caste, donne da tenere segregate nella fede ma, di forte appetito sessuale, arte  da non lasciare trapelare pubblicamente, non rispondendo mai sul vociare a suo carico. Sulle allusioni giornalistiche e maldicenze, Picasso non le confermerà e smentirà mai perché  ciò accresce la vanità sessuale senza peccare di tradimento, ma solo dopo  separazione dichiarata.  

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Il titolo Guernica.
Osservando il quadro Guernica di Pablo Picasso il titolo  è solo pretestuale in quanto non c’è nessun simbolo inconfutabile che confermi o ricordi minimamente la città martire spagnola bombardata. Le scene, i personaggi,  si presentano come sequele di disegni ritagliati e incollati dando vita a un collage o coupage in linea allo stile cubista, dadaista e surrealista, correnti attigue. Interessante è anche la fase preparatoria di  fogli di giornali, dipinti a ornamento e riempiendoli sembrano forme ritagliate anch’esse, tipica  tecnica sulla preparazione di quinte teatrali o muri privati di casa con fodere economiche per la  sovrapposta tappezzeria o grandi manifesti come i trompe-l’œil scenografie che permettono di ripulire facilmente le superfici decorate al cambio scena da riutilizzare più volte gli stessi fondali,  tecnica utilizzata anche per la creazione  pupazzi animati in cartapesta  di carri carnevaleschi o carri allegorici. Guernica si manifesta carro allegorico. 

Tecnica.
Vero è anche che la tecnica di sovrapporre più immagini disgrafiche tra loro con la dissolvenza delle prospettive multiple ed aeree, sono di pertinenza picassiane in quanto è stato il primo ad utilizzarle , ma indagando a fondo,quell’invenzione pittorica scopriamo che, lo stile multi prospettico a dissolvenza nello spazio, essere appartenenti  ad un  genio poetico  del Male, il Poeta ebreo “Isidore Luciern Ducasse” conte di Loutreamont, ispiratore e guida di tutte le Avanguardie ebraiche francesi della prima metà del Novecento. (fonte bibbia per i pittori , intellettuali adepti di allora). Anche Loutreamont ispiratore, come i nostri due artisti allievi in causa,  predilige nelle sue composizioni i tre colori del male: Nero Bianco e Grigio 

Cubismo o Tromp-oil?
Il trompe-l’œil dal francese “inganna l’occhio”, (inganna lo spettatore) induce all’osservatore l’illusione di vedere oggetti reali  dipinti a parete. Il trompe-l’œil consiste  nel dipingere un soggetto in modo sufficientemente realistico da far apparire alla vista e in parete, l’esistenza di ciò che non c’è o far scomparire ciò che non si vuole che si veda (porte armadi finestre ecc). 

Il “Cubismo” invece si rivelerà essere una organizzazione eversiva  Cosmopolita con sede in Barcellona, (cubismo a motivo urbano), organizzazione massonica precedente la nascita di Pablo Picasso tra le cui fila cospiravano per la caduta del Re di Spagna anche tutte le famiglie “Riuz” di cui Picasso faceva parte per discendenza paterna ( Don José Ruiz y Blasco suo padre) e tra i parenti, che negherà appartenere, risultava esserci un omonimo Riuz, adulator politico insurrezionale fatto imprigionare e fucilato dai sovrani per  presunti  collegamenti con l’attentatore mancato alla vita del Re di Spagna durante la cerimonia nuziale.
Tale attentato avvenuto del 1906, mirava all’eliminazione fisica della casa reale di Spagna con un Colpo di Stato  finale a seguire mai avvenuto. L’occasione del Colpo di Stato si ripresenterà un  decennio dopo per mano di  Emilio Mola, e portato a termine dal crudele Generalissimo  Francisco Paulino Hermenegildo Teódulo Franco y Bahamonde (Dux: il Caudillo ) decorato in campo.

L’attentato fu simile a quello di Sarajevo. L’attentato al Re di Spagna serviva per punire tutti i cugini congiunti alla casa reale di Russia dello Zar Nicola II° . Il  31 maggio 1906 Re Alfonso XIII° sposò la principessa Vittoria Eugenia di Battenberg (1887-1969), nipote di Edoardo VII del Regno Unito: Altezza Serenissima per nascita; ella fu creata Altezza Reale un mese prima delle nozze affinché queste fossero tra eguali. Quando i due sposi di rientro dalla cerimonia nuziale sfuggirono all’attentato da parte dell’anarchico bombarolo Mateu Morral, adepto dell’organizzazione eversiva “Mano Nera”,  si scatena la rappresaglia contro le fazioni anti monarche.

La sindrome di Cuba
Il disegno di Guernica è tipicamente picassiano: è una ripetizione estetica drammatica quale sintesi di una esperienza che ha le sue origini nell’opera Les Damoiseles d’Avignon del 1907 durante la guerra africana per la spartizione tra Francia e Spagna del Marocco. Per la Spagna, la trascorsa  sindrome di Cuba fu una ferita non ancora marginata. Uno spettro si aggirava all’interno dello Stato spagnolo per far decadere la Spagna sovrana anche al suo interno, mutando completamente l’assetto geopolitico spagnolo da stato sovrano a nullità, stato completamente cancellato dalla Storia per 50 anni ancora fino alla morte del dittatore Franco.

La Spagna che abbiamo conosciuto sotto il tallone crudele di Francisco Franco non era già più la Spagna classica, ma un altra cosa, un altra entità sottomessa e schiavizzata e culturalmente lobotomizzata alla quale hanno annullato tutta la sua straordinaria memoria storica imperiale. 

Pablo Picasso
Fu un personaggio politico e militare che seppe nascondere bene la propria identità. E che dire sui due aerei da guerra donati al Re di Spagna per fermare le rivolte democratiche? Erano presenti anche loro allo scempio di Guernica?
Link alla scoperta degli aerei da guerra di Picasso: https://filorosso.art.blog/2019/01/28/laviazione-di-picasso/

Guernica fu un manifesto minatorio contro chiunque si fosse opposto all’asse:  Roma- Tokio -Berlino.
Il resto è storia, ma che sotto sotto …tra i tre dell’Asse c’è altro da sapere. FiloRossoArt sta indagando in merito riservandovi grosse sorprese…

Chi ha fondato e diretto i Fasci, i Nazi e i Jap e perché  hanno poi disobbedito alle loro autorità Cosmopolite?

La Storia dell’Arte ci rivelerà tutto questo ed altro ancora…


Cubismo
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Arte: Lobby del Cotone (2/2)

Cotonificio Filo Rosso 
la Rivoluzione comincia qui

Furono le donne del Cotonificio Krasnaja Nit (Filo Rosso)  vecchia filatura di cotone in  San Pietrogrado nel quartiere Vyborg ad avviare lo sciopero che darà origine alla lunga processione rivoluzionaria comunista russa.

filo rosso inizio rivoltafoto: reparto filanda Filo Rosso dove ha avuto inizio la Rivoluzione Comunista in Russia

Perché a San Pietrogrado?

Questa città ha una storia affascinante misteriosa e variegata.
Nasce come San Pietroburgo, diviene San Pietrogrado per ordine dello Zara Nicola II°,  poi Leningrado alla morte di Lenin, per poi tornare San Pietroburgo  dopo caduta dell’URSS.

Si narra:

Le tessitrici della tuttora esistente Krasnaja Nit’ (Filo Rosso) situata nel rione di Vyborg, decidono in autonomia di scioperare chiedendo aumenti salariali e maggiori razioni alimentari: pane e aringhe!  Staccano il lavoro ed escono fuori, vanno in corteo alle officine metallurgiche Putilov e si trascinano a dietro gli operai sul Sampsonievskij prospèkt verso il ponte Litejnyj che unisce Vyborg e il centro cittadino scavalcando la Nevà (…)

fabbrica filorosso

La Russia in piena guerra  1914-18 era affamata per il prolungarsi inaspettato della guerra.  Ciò varrà anche per la Germania e gli Asburgo. La “Sindrome Cubana”, tecnica di accerchiamento americana,  garantì il suo storico successo. Il popolo preventivamente affamato, si ribella alle sue autorità innescando, anarchia scomposta, disordine sociale, rivolta insurrezionale  e saccheggio indiscriminato diminuendo le scorte alimentari aumentandone penuria e rabbia.
Le operaie di Filo Rosso chiedevano un aumento salariale negato dalla  proprietà, quindi, in stato di sciopero, si diressero verso il palazzo governativo per chiedere ciò che il Governo non amministrava direttamente in quanto merce privata: e non poteva battere moneta dal 1905 quando la Russia perse la guerra lasciando a Francia e Germania l’incarico di Zecca monetaria. Il Rublo era stampato da Banche straniere come oggi in Italia l’Euro. Chi erano i proprietari della fabbrica tessile Filo Rosso? Analizzando la loro storia politica ci troveremo davanti ad una sorpresa sbalorditiva.

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Prima di svelare l’arcano politico segreto della rivoluzione d’Ottobre, dobbiamo comprendere la rivoluzione tenuta nascosta avvenuta nel febbraio 1917 dell’industria Filo Rosso. Per fare ciò dobbiamo passare attraverso le maglie precedenti della Storia.

Cenni storici generali:

Abbiamo visto come nella seconda metà dell’ottocento e primi del novecento le Lobby del Cotone essere quasi tutte di  proprietà esclusive di famiglie ebraiche, e queste si stavano coalizzando come unico Monopolio mondiale (Cartello).
Con un salto storico notiamo come già la guerra Civile Americana di fine ottocento nascondesse nel suo cono scuro per tanta ferocia unionista, il Cotone quale
ragione primaria di quella guerra. Il Sud, più esposto ad un sole caldo produceva molto più cotone del nord mettendo in difficoltà i mercati nordisti. Le vere motivazioni che scatenarono la guerra civile americana, a parte le false ingiurie giornalistiche per preparare l’opinione pubblica all’evento straordinario, era che il Sud rispetto al Nord godeva, nella produzione di cotone, una manodopera quasi gratuita, mentre il nord , pur pagando pochi dollari i suoi lavoratori, aveva dei costi fissi di produzione e quindi, il Sud ostruiva il mercato del Nord vendendo il cotone a buon prezzo. Concorrenziale  sul mercato internazionale vanificherà  le esportazioni dei nordisti . Perse le staffe diplomatiche, tra i due scoppia la sanguinosa Guerra Civile. Il resto è storia.

aspetti-curiosi-guerra-civile Gli Unionisti (Nord)  avendo un esercito più piccolo finirono quasi per soccombere. Fu grazie all’intuizione politica di Abramo Lincoln di promettere ai lavoratori neri  schiavi del Sud: la Libertà. il Salario, il diritto di Residenza e  Cittadinanza americana quale premio se avessero combattuto per il Nord. Così avvenne. Le fila degli unionisti s’ingrossarono dando vita ad un nuovo esercito nero di combattenti ben motivati a vincere in nome della Libertà promessa. Questa mossa fu una delle chiavi di successo della grande vittoria unionista.
Il Cotone fu conquistato, gli schiavi liberati, i salari rimasero miseri e i cittadini di colore  furono  sottoconsiderati allora, come oggi. La politica ingannevole si sa, non mantiene mai le promesse.

Theodore Roosevelt: da Guerrafondaio e Premio Nobel 

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Domati gli animi sudisti, il Nord America vincitore, premiato da tanto successo in armi passò alla fase 2.0, ovvero, la  conquista de i mercati spagnoli del cotone in America Latina, come anche il  mercato nel sud/est asiatico sempre di proprietà spagnola. Il ritornello si ripete con infamie giornalistiche provocatrici a supporto (giornale giallo)  in seguito all’affondamento” della corazzata USS Maine 1898.
I
Nordisti americani accuseranno responsabili gli ispani dell’infame attentato, ed  appellandosi al diritto di difesa preventiva parte la dichiarazione di guerra americana.
Gli spagnoli, innocenti, con tanto di prove, non verranno mai ascoltati e verranno attaccati militarmente. La trappola ” dell’autoaffondamento”  da inizio alla guerra ispano- americana combattuta dal 21 aprile al 13 agosto 1898 conclusasi a Cuba, gli Usa esproprieranno alla Spagna l’intero pingue mercato sudamericano passando poi ai pochi possedimenti coloniali rimasti sparpagliati nel Pacifico , Africa, Antille e Filippine, guerre facilmente vinte dalla marina Americana grazie alla supremazia tecnologica militare delle loro corazzate. Nell’invasione a terra invece, gli Usa  concordarono,  come a Cuba, l’appoggio ai guerriglieri interni che chiedevano da anni “l’indipendenza” dalla Spagna.

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Mentre gli Usa guerreggiavano con gli spagnoli a Manila, (il ferro si batte quando è caldo, Theodore Roosevelt meditò di mettere le mani anche sul mercato del cotone cino/russo. Per quel desiderio avido di T.R.  la Russia verrà a breve  sottoposta alla disastrosa guerra del 1905 contro il Giappone, stato invasore che pretendeva l’egemonia su Corea, parte della Cina orientale e la Manciuria, laddove la Russia zarista presenziava da 200 anni. L’esercito zarista  conoscerà il lutto di due milioni di soldati caduti sul fronte. Il Giappone nuova nazione emergente, diventerà la più potente nazione presente in Asia, finanziata, istruita ed armata dalla comunità Cosmopolita occidentale angloamericana.
1095 la Russia firmò la resa  col  Trattato di Portsmouth (a New Hampshire – USA). Il 5 settembre 1905, in tre lingue, la Russia riconoscerà solo il trattato in lingua francese.

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Anticipatamente al trattato di Portsmouth e ancora a cannoni fumanti,  Alice Roosevelt (figlia capricciosa del Presidente n. 26) accompagnò il Segretario alla Guerra William Taft e molti altri statisti in una missione diplomatica americana in Giappone, Hawaii, Cina, Filippine e Corea per decidere le sorti della Russia oramai perdente. Taft  (dal 1909-13), dopo qualche anno diventerà il presidente n. 27 degli Stati Uniti d’America. ). A questo punto il Monopolio del cotone era una esclusiva delle borse angloamericanane. Esse imposero un prezzo variabile alle singole Nazioni, ciò gli permetterà di condizionare le scelte politiche nelle nazioni minori da affiliare alla supremazia dell’Alleanza cosmopolita. 

Inizio delle rivoluzioni in Russia.

Eccoci arrivati al dunque. Riassumendo: La Spagna perde tutte le sue colonie costretta a venderle le ultime per 21 milioni di dollari; la Russia Imperiale perde nella guerra contro i giapponesi con 2 milioni di soldati caduti al fronte. La Russia dovrà restituire in primis tutti i prigionieri giapponesi e i rivoltosi cosmopoliti occidentali presenti sul fronte Ovest subendo pesanti sanzioni, rimborsi bellici durante le trattative di Pace che eleveranno il presidente n. 26 Theodore Roosevelt a  “Premio Nobel” per la Pace quale mediatore capace di mettere ordine tutti i conflitti. Già d’allora,al “prestigioso” Premio Nobel non mancava il senso dell’umorismo scoprendosi centrale del cosmopolitismo etnico mondiale. 

Per Teddy Roosevelt l’immensa Russia  non era una nazione facile da conquistare in quanto era una impero troppo vasto e ancora sconosciuto alle mappe militari cosmopolite, tranquillizzandosi però nel  sapere che tutto il cotone prodotto in Russia finiva sotto il controllo delle famiglie ebraiche. Ma lo scatto d’orgoglio dell’esercito zarista, porterà alla fucilazione per alto tradimento  i rivoltosi interni (i BUND) alleati agli americani. Ciò riaprì nuovi scenari di guerra che vedrà la Russia impegnata successivamente nel tranello della Prima Guerra Mondiale 1914/18.
Nel 1905 per T. Roosevelt i BUND andavano ancora protetti, finanziati e diretti preparandoli alla “rivolta interna” successiva utilizzando la sindrome cubana in vista del prossimo Colpo di Stato dopo quello fallito del 1905. L’ira della Russia tradita dai cosmopoliti interni ebrei,  porterà al maltrattamento degli stessi ebrei e in generale in tutta la Russia, in modo particolare verso gli usurai di alimenti terreni e denaro (i Pogrom). La devastazione del Progrom darà inizio ad una forzata emigrazione di ebrei verso le Americhe, per poi tornare organizzati.

Che fare?

Il Cotone dopo la sana alimentazione dell’uomo, nella sua funzione primaria e sociale è la materia principale del decoro fisico e morale di un popolo, specie laddove la temperatura non permette la nudità nei mesi freddi del castigo. Il cotone, proprio per soddisfare la domanda umana sempre più pressante a causa dell’esplosione demografica delle popolazioni mondiali, subì per primo il processo  industriale dando vita a vere caserme  strategiche ad alto rendimento produttivo: le Fabbriche.

Le Mode
L’impiego del cotone lavorato all’interno delle comunità  umane, ha sempre portato una ventata d’aria fresca a vanto per la leggerezza raggiunta dando vita alle Belle Arti Decorative. La colorazioni, il ricamo e variopinta sartoria.

Dal rinascimento in poi, la pittura decorativa muraria sentendo il bisogno di essere esportata diede alla luce in Olanda la tecnica della “Pittura ad Olio”, tecnica che richiedeva come supporto una TELA. Quindi i telai, le tele tramate, come Penelope insegna nell’Odissea non dovevano mai fermarsi perché rendevano l’Uomo (Ulisse) immortale.  Conquistare il Cotone voleva dire conquistare l’immortalità di questa antica frontiera.
l’Arte, sposandosi su tela, vide gli imprenditori tessili promuovere la pittura da cavalletto quale ramo aggiuntivo di consumo del cotone. da qui si scatena l’idea che attraverso l’Arte era possibile fare breccia nei sistemi monarchici per la preparazione occulta della loro caduta. D’altra parte, gli industriali erano diventati  molto più ricchi dei loro sovrani meditando in gruppi organizzati di scalzarli tutti.

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Che cosa’è il Filo Rosso e cosa significa?

Molte cose e anche molte leggende.

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Il filo in sé  ha dato vita a leggende di straordinaria bellezza e ricchezza di fantasie: miti, preghiere, leggende, teologie, filologie e filosofie ecc. Oggi anche al WEB (ragnatela / ragno+tela), è risultato metafisico del mondo idealizzato  dalla Dea OPI romana generatrice di operai e filatrici.

Dalla teologia mitologica ebraica attraversando quattro millenni circa. ci perviene una curiosa processione teologica che ci trasporta da Nativot a  San Pietroburgo, seguiamola:

Si diceva: “La più grande energia, è posseduta da un filo rosso portato da un luogo sacro: la città israeliana di Netivot”.
Inizialmente questo amuleto al braccio (braccialetto) viene da Israele, costruito dai cabalisti seguaci di questo sconosciuto movimento esoterico. Secondo la leggenda, proviene dalla tomba della Matriarca israeliana Rachel che secondo gli insegnamenti della Kabbalah è l’antenata di tutta l’umanità ebraica, tale tomba viene cinta da un “filo rosso”.
Mentre gli uomini ebrei sono riconoscibili dalla circoncisione del prepuzio del pene,  alle donne mancava un segno di appartenenza all’etnia ebraica originaria. Il Filo Rosso venne adottato per sopperire a questa esigenza metafisica nascosta, quindi, le Bundiste ebree russe, (ed altre ebree sparse per il mondo), adottarono il Filo Rosso di Rachele al polso sinistro per riconoscersi durante le agitazioni di piazza alzando il pugno di battaglia (pugna) per evidenziare il filo rosso di appartenenza.  Riconosciutesi con  tale segno , le donne ebree si davano mutua assistenza sia in battaglia che sui luoghi lavoro, commercio o altro, creando l’Esercito delle Matriosche (o Matriarche), un servizio segreto parallelo al femminile poco conosciuto alla letteratura artistica, amuleto tenuto nascosto alla politica e ai militari, ma di grande portata e influenza storico mondiale del mondo femminile ebraico.

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L’usanza moderna d’indossare oggi un filo rosso di riconoscimento al polso sinistro, fu rilanciata dall’Esercito delle Stars hollywoodiane educatrici di masse ipnotizzate e in particolare, nei nostri tempi moderni – dalla Rock Star Madonna. Secondo lei, ripetendo a memoria la leggenda, questo amuleto le rese la vita armoniosa e di alto successo tenendo lontano il “malocchio”  una sorta di avversità alla fortuna. Questa cantilena popolare di natura  superstiziosa, nasconde invece un altra verità più interessante, di natura storico/politica che andiamo a narrare.

unnamedIl successo della Rock Star Madonna le fu dovuto non tanto dal filo rosso che ha sempre portato al polso per scaramanzia, ma in quanto, essendo di origine ebrea godette della protezione e raccomandazione della comunità ebraica americana che ha il Monopolio  su tutti i poteri d’America, special modo quello dello spettacolo e cultura. I primi posti sono nelle classifiche dell’>Arte sono riservati ai solo “eletti”  e non solo in America.
Tali posti sono affidati ai migliori dei loro campioni messi apparentemente in concorrenza ma solo se appartenenti alla Comunità.  Madonna, assistita da Staff di alta professionalità, ci ha messo anche molto di suo pur di restare sul podio mondiale e in quel modo longevo. Altre artiste invece sono crollate nei vizi della lussuria. Il premio di Madonna quale Star storica,  è pervenuto anche da un vasto pubblico giovanile che l’ha saputa amare e seguire fino in fondo. Madonna è diventato l’orgoglio della Comunità ebraica.

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Il Rito: 

Il Filo Rosso cabalistico senza nodi, è di classe inferiore, invece, quello fino a 7 nodi e di alto rango e grado assegnato alle capitane delle organizzazioni massoniche. Il  Filo Rosso diventa un giuramento cabalistico se segue questo principio: si prende un filo rosso di matassa,  si fa sette volte il giro della tomba della Matriarca Rachele, si “spezza il capo”, poi si recita la preghiera conosciuta ai soli addetti e una volta consacrato il filo se ne ricavano dei braccialetti rossi, semplici per gli Adepti o con 7 nodi se affidati a  dirigenti Matriosche in Russia o alle Matriarche dirigenti capitaliste. Tale riconoscimento è assegnato anche a chi abbia saputo fondarne un nuovo modello di vita ed essere promossa in campo con titolo Matriarca per meriti acquisiti nel gestire al meglio il Monopolio da governare.

Perché sette nodi?

Perché “Donna Rachele” figlia di Giacobbe nipote di Abramo, sancì per giuramento che il numero di 7 vite morte avversarie pareggiavano la Vendetta per ogni morto subito dalle Famiglie sue discendenti. Ciò servì per imporre il rispetto alla sua progenie. Lenin ebreo, vedremo che lo attuerà contro la famiglia dello Zar composta da 7 componenti fucilati per avergli fucilato il fratello maggiore insorto nel 1905.

Ed ecco la sorpresa: https://it.wikipedia.org/wiki/Unione_Generale_dei_Lavoratori_Ebrei

Detto fatto, la Filanda russa Krasnaja Nit (Filo Rosso) era un covo di BUND ebrei Titolari compresi. Quale modo migliore per confabulare agitazioni e sommosse  nascondendosi dietro l’anonimato tra le moltitudini di lavoro e dirigerli?
Sui Bundisti bisognerebbe aprire una pagina a parte in quanto, tutti i loro nominativi tenuti segreti furono trovati negli archivi delle Intelligence americana, trasferiti solo poi nel 1945 a Londra.  I B.U.N.D. si mossero nel mondo come un agenzia di cosmopoliti  cospiratori ed informatori (spie) a vantaggio del capitalismo americano, anche se, i Bundisti si sono sempre dichiarati socialisti non sapendo di essere manipolati dalle destre ebraiche americane. Il Partito Comunista Americano fu negli anni 20/30 un gran bel partito partecipato di lavoratori,  ma dei Bundisti che si credevano una setta segreta, ne facevano grande uso anche i Servizi Segreti della polizia URSS (la  “Čeka” (ЧК)) per avere informazioni di prima mano (interscambio) sulle tecnologie, usi e  spostamenti politici interni americani (e viceversa). Il PCUS era informato di tutto e tutti fingevano di non sapere nulla sulla esistenza BUND, tallonandosi tutti a vicenda. L’Arte è l’unica disciplina che conserva e rivela le cospirazioni di questo strano mondo che ha sconvolto l’Europa industriale per quasi due secoli.

Israele in Siberia

imagesPremiati  per il loro eccellente servizio,  ai Bundisti il PCUS darà una regione siberiana  per fondare il loro nuovo stato “Israele” dove vivere sereni secondo le loro usanze, costumi e leggi religiose senza più nascondersi. In Siberia, all’estremo Est che da sull’Oceano Pacifico,  Birobidžan è la capitale dell’Oblast’ Autonoma, capoluogo della nota regione/stato Birobidžanskij.
Quando nella controcultura anticomunista si citano gli ebrei deportati e flagellati in Siberia, in realtà venivano trasferiti come pionieri nella regione di Birobidžanskij a costruire il loro nuovo stato sotto il diretto controllo dei loro superiori di fede ebraica.

Aleksandr Isaevič Solženicyn, (Solgeniski) per esempio, come altri ebrei spie capitaliste infamanti, verranno nell’URSS confinati nei “Gulag” (terre da colonizzare). Quegli esiliati accuseranno se stessi con menzogne infanganti contro  l’URSS (oggi Russia), perché agli ebrei piace assai mescolarsi appassionatamente nascosti nei  grandi movimenti storici  rivoluzionarie  mondiali pretendendo di restare nella Russia europea o paesi satelliti, dove c’è molto da intrigare, confabulare cospirare. Odiano restarne fuori dal gioco (e sono da capire), perché quella ebraica è una storia appassionante fatta di mille intrighi a corti, tranelli, veleni, rivoluzioni, guerre, trame, conquiste e scoperte; Arte, letterature, musica, scienze, mestieri; politiche e religioni come i razzi interstellari e le ciminiere nucleari fumanti  ecc ecc,  succo della loro esistenza basata sul santo comandamento:

“L’immortalità la si raggiunge con l’Impresa”.

I primi grandi collezionisti d’Arte nel mondo furono tutti imprenditori del tessile, come mai? La Rivoluzione Russa fu pilotata da sedicenti “Fili Rossi” borghesi finanziati dagli imprenditori tessili? Oggi è come allora basta vedere la politica espansionista ebraica sotto il governo di  Boris Eltins. Nascono le super imprese private dei cosmopoliti chiamati oggi come Privati od Oligarchi.

Che importanza ha giudicarli nel Bene o nel Male se gli hanno governati ambedue con il  pubblico consenso? Ma i reati quelli no, se ne devono fare carico anche le generazioni innocenti nuove e future.

L’Arte è più nascosta e segreta di loro, li osserva, li guida, li usa ma non li giudica… medita.

bundfoto: Il Collezionista. Rivoluzione russa inscenata dai “fili rossi” nel 1905 contro lo Zar.
Di operai se ne vede poco o nulla, invece di rivoluzione borghese trattasi.

FiloRossoArt


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Avanguardie 900

Chi è Picasso?

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Pablo Picasso nasce a Málaga nel 1881, in Spagna, primogenito di José Ruiz y Blasco e María Picasso y López .

Il nome vero di Pablo Picasso è tutto un programma, quasi comico in una Francia che dagli inizi dell’Ottocento ai suoi cittadini impose per ragioni anagrafiche il solo nome e cognome paterno; lui no, lui era il divino Pablo Diego José Francisco de Paula Juan Nepomuceno María de los Remedios Cipriano de la Santísima Trinidad Martyr Patricio Clito Ruíz y Picasso. Per l’anagrafe francese: Pablo Ruìz 

Foto: Pablo Ruiz (detto Picasso)

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Il Padre:

foto:  José Ruiz y Blasco, padre di Pablo Picasso docente di belle Arti, ottavo degli undici figli di Diego Ruiz de Almoguera, era un pittore specializzato nella rappresentazione naturalistica (soprattutto uccelli). In vita fu professore presso la locale scuola di belle arti e curatore di un museo. Il giovane Picasso manifestò sin da piccolo la passione paterna e talento per il disegno.
Fu il padre ad impartire al piccolo Pablo le basi formali dell’arte figurativa, come il disegno e la pittura a olio. Picasso, non completò mai  i corsi superiori all’Accademia di San Fernando di Madrid, lasciando l’istituto entro il primo anno di studi.

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La Madre
María Picasso y López
aveva ascendenze in parte italiane (il bisnonno materno, Tommaso Picasso , lasciò il comune ligure di Sori per stabilirsi a Malaga).
Secondo la madre, la prima parola da lui pronunciata fu “piz”, abbreviazione dello spagnolo lapiz, “matita”.,

Innanzitutto Pablo Ruiz y Picasso porta ufficialmente in arte  il cognome ebraico/genovese della madre Maria Picasso y López di origine italo/argentina (Genova da parte italiana), congiunta a nozze con il pittore spagnolo Josè Ruiz e Blasco (1838–1913).

Il padre di Picasso purtroppo aveva un cognome compromesso con le attività eversive anti monarchiche in Spagna, in quanto, un certo “Ruiz” attentatore e sobillatore di masse, verrà fucilato come rivoluzionario dalla Casa Reale, la quale, estenderà i suoi sospetti e pregiudizi su tutti coloro che nel reame portavano il cognome Riuz. Non furono gratuiti ed illegittimi i loro sospetti , li vedremo prendere forma durante  la Guerra Civile di Spagna.  

In una lettera di Picaso ad Ardegno Soffici, datata  Parigi 20 Aprile 1915, il pittore  cosi scrive in merito all’interessamento di Ardegno Soffici all’albo genealogico italiano di Picasso:

Caro Ardegno,
Ho ricevuto questa mattina la tua lettera col ritratto fatto dal mio antenato, il Picasso di Genova, ma, avevi detto che era un pittore di battaglie e mi mandi un ritratto. Intanto ti ringrazio, ma se potrai procurarmi delle foto di altre sue opere la mia curiosità sarà soddisfatta.

Quindi Pablo Picasso vanta non solo di esser “figlio d’arte, ma anche “nipote d’arte”.
La corrispondenza ed amicizia tra Picasso e Ardegno Soffici verrà ripresa più avanti  durante le ricerche sui Futuristi e il loro ruolo cosmopolita nell’avere coperto e diretto le manovre eversive per la preparazione della Prima Guerra Mondiale italiana datata 1915/18, (un anno dopo lo scoppio).

Le relazioni  metteranno in luce  i Futuristi come un nutrito gruppo omogeneo cosmopolita con base a Napoli presso la marina mercantile, così a Roma e Milano, anche se, per la Storia dell’Arte, i Futuristi vengono presentati come quattro gatti randagi un po sognatori e un po intellettuali,  ma i “Balletti Russi” evidenzieranno che dietro l’Arte e in quei Tour in Italia, esserci cospirazioni nei vari Congressi europei per manovre congiunte militari con altri stati dove i cosiddetti Balletti Russi a fine Congresso concludevano ben altra cosa che lo svago. Infatti, Ardegno Soffici comincerà la sua carriera “artistica” nelle scuderie dei Cubisti, diventando poi di tutto e di più.

Prima della Guerra 15/18 vedremo Ardegno Soffici nel ruolo di “agitatore degli animi patriottici di destra”, e a fine guerra, cofondatore del Partito Fascista nascondendo alla storia le sue responsabilità cosmopolite in favore della guerra contro la Germania del Kaiser e la casa Reale degli Asburgo in vista dell’abbattimento definitivo di tutte le monarchie europee come da Programma di Basilea.

Messa in luce l’origine di Pablo Picasso, lo seguiremo passo passo tra le sue frequentazioni politico/eversive, e  in modo particolare quelle per l’abbattimento dell’Arte iconoclasta, patrimonio dell’umanità a favore di un mercato industriale del quadro a copertura di un capitalismo agguerrito a giuda Massonica per la creazione di un Mercato d’Arte per grandi filantropi collezionisti che nulla avevano che vedere con l’Arte maiuscola.

continua: 


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Kiki e Man Ray primo incontro

Man Ray lascia l’America e arriva a Parigi IL CAPPELLINO

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Man Ray agente secreto americano arrivato a Parigi da qualche giorno, entrato in un locale parigino (Birreria) per una consumazione breve, fu testimone di uno scontro  verbale tra  una “gentile” signorina  e il cameriere, il quale, invitava la signorina Alice ( futura Kiki)  ad abbandonare il proprio onorato locale per l’atteggiamento scandaloso di lei. La giovane ragazza inscenò una piazzata contro il cameriere asserendo  che non avrebbe abbandonato il locale dopo un simile trattamento, volendo spiegazioni sul disprezzo nei suoi confronti. Il cameriere rispose seccato che nel suo onorato locale erano interdette le puttane! Infuriata, la signorina Kiki chiese immediate e pubbliche scuse: “Cosa le fa pensare che io sia una puttana?” Il cameriere in tutta solennità pinguina le rispose:  ” Signorina, lei non porta alcun cappellino e quindi…”. Prontamente Kiki preso il  cappellino  dal capo dell’amica, accomodatolo in testa, tiratasi su la sottana, si accomodò scomposta portando un piede su di una sedia vicina l’altra gamba sul tavolino mettendo in bella vista la propria patatina depilata e priva di mutandine, e, di risposta: “Egregio signore, ora col cappellino le sembro meno puttana?”.

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Foto: 1 -Le Moulin de la Galette   2-  Parapioggia  by Pierre Auguste Renoir

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Per il fotografo Man Ray fu un colpo di fulmine, immortalando la posa,  innamorandosene immediatamente è perdutamente. Per sei anni la vorrà sua modella preferita e amante prediletta finendo quel pomeriggio stesso a letto insieme. Ma  a causa del carattere indipendente di KIKI, ghiotta di erotismo, arrivò a farsi strada la gelosia e quindi Man Ray, non solo la sgridava  pubblicamente – se troppo osè – ma la gelosia lo portò a picchiarla anche in pubblico a causa di quella sua dissolutezza erotica  indipendente:  ” Puttana va bene, ma solo con me!”. KIKI, rivendicando il proprio orgoglio e rispetto alla indipendenza, di risposta lo prendeva a calci e borsettate, tornando a casa insieme a braccetto.

                                                                                                                                     foto: Kiki – La robe rouge-1933 by Moïse Kisling

Kiki ai tempi del cappellino

Man Ray, reporter, cosa scoprì in KIKI che le altre modelle non possedevano ancora? Le-Violon-dIngres KIKI. Regima di Montparnassse

Modella e Musa di tanti fotografi e artisti del quartiere Montparnasse,  Kiki resterà un personaggio storico memorabile offrendoci il massimo del suo splendore erotico in perfor-mance fotografiche e cinema di straordinaria semplicità e simpatia.

Foto:  “Violon d’Ingres” 1924 Kikki de Montparnass by Man Ray

Le indagini continuano…


home  Kiki

Kiki e Tsuguharu Foujita

Lolita prodigio e Musa

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Alice Prin, soprannominata Kiki de Montparnasse.

Kiki, per un periodo  di tempo fu amata e adulata dal “pittore” giapponese Tsuguharu Foujita, personaggio doppiogiochista legato ai servizi segreti franco-giapponesi in servizio per conto del  proprio paese durante la preparazione della Seconda Guerra Mondiale come agente degli “Alleati” e anche per conto dei servizi tedesco-giapponesi. Un patto segreto univa i democratici con le nuove destre europee nel piano comune di aggredire l’URSS. Durante il percorso storico che porterà alla Seconda Guerra Mondiale, la Germania, il Giappone e l’Italia si staccheranno dall’Alleanza Cosmopolita angloamericana creandone una alternativa: l’Asse Roma,  Berlino, Tokio..
L”URSS verrà aggredita e, per la quarta volta con una “Guerra ampo” contro di lei., ma che  falli miseramente anche questa volta, allungandosi i tempi di ben 6 anni, spezzandosi in più fronti estendendosi la guerra anche alle colonie arabo/africane.  Tsuguharu Foujita vista la malaparata dei tedeschi e del suo paese, porterà a termine i suoi Servizi per conto della sola Francia. Infine verrà insignito al valore militare da Francia e Belgio nel cospirare da giapponese contro l’asse Roma-Berlino-Tokio.

Nei grandi eventi bellici, gli Agenti segreti spesso cambiano umore con le vicissitudini che la guerra prende.  Kiki fu per lui un amore insano ma di grande  rispetto verso colei che le fu Musa  posandogli modella per molto tempo, cadendo ambedue nel gioco sottile dei sentimenti. Il compito di Kikki era di istruirlo e sorvegliarlo svelandogli il mondo seducente della cultura francese, ammaliandolo non poco, dandogli in uso non solo il corpo ma anche l’anima. Si lasceranno quando i rischi di guerra si fecero pericolosi.  Tsuguharu Foujita capito il mondo femminile francese si adeguerà a quel modello di vita difendendolo. Avrà altri due incontri delicati prima dell’approdo definitivo che gli darà figli legittimi.

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Chi è Tsuguharu Foujita?

Spia non ben identificata ma ben collocata fin dall’inizio del suo Servizio, lavorerà per conto dell’ambasciata belga e francese. T. Foujita era un residuo bellico dei trattati diplomatici franco/giapponesi sotto la regia di Claude Monet il Gran Giardiniere risalenti alla preparazione della Guerra Russia-Giappone del 1905 che univa nell’Alleanza: Usa, Inghilterra, Francia e Giappone.
Tsuguharu Foujita restò un perfetto anello di congiunzione diplomatico durante la rottura del Giappone con l’USA nel ’35, preferendo la via occidentale  e abbandonò  il suo popolo.
La Germania era più generosa  rispetto gli USA e anche più malleabile nel rilasciare licenze tecnologiche e concessione e bassi tassi di interesse rispetto il Capitalismo strangolante americano rivelatosi poco affidabile alle promesse fatte.

Tsuguharu Foujita, fu accolto subito nelle sfere  cosmopolite dell’Avanguardia e imparò a dipingere uno stile personale su commissione (Copyright)  utilizzando anche lui l’Arte come portafoglio per i  finanziamenti illeciti per la sussistenza del suo “gruppo di fuoco” spionistico ben inserito in Giappone e Germania. Nel periodo che precedette la guerra si rilassò imparando a dipingere utilizzando il colore a “lavatura” come fosse china diluita. La tecnica è giapponese classica. Le sue opere avranno un impennata proporzionata all’impegno militare preso. Scoveremo dietro la sua arte pittorica i movimenti dei finanziamenti illeciti a beneficio della sua “Sezione” di agenti giapponesi presso l’ Accademia della  “Ecole de Paris”.  Questa era una accademia concettuale composta prevalentemente da ebrei facenti parte sei servizi segreti Cosmopoliti di tutta europa, non francesi, che perpetuavano la tradizionale esperienza di truccarsi da artisti per altri scopi e fini politico/eversivi. Praticamente La Scuola di Parigi era un centro direzionale di finanziamento e organizzazione eversiva occultato detto: Avanguardie per gli stili d’intervento a guida delle varie centrali operative. 

Tsuguharu Foujita  fece scalpore la priva volta al Salon d’Automne – Parigi 1922 col suo quadro che ritraeva Kiki nel “Nu couché à la toile de Jouy,” acquistato per oltre 8.000 franchi di allora. Kiki gli fece da madrina.  Kiki fu colei che gli apriva le “porte del cielo” e Tsuguharu Foujita in cambio eseguiva scrupolosamente  gli ordini ricevuti dalla centrale delle Avanguardie riportandoli o depistando o favorendo il proprio paese e i suoi agenti in Germania senza sapere bene da quale centrale partissero gli ordini. Doveva informare Kiki la quale provvedeva a girare le informazioni.  Per l’occasione, e per essere meglio affiliato al progetto di adesione germanico, si fece crescere i baffetti a “mosca” sotto il naso con Hitler.  Era la guerra a volerlo, e lui, attore doveva adeguarsi al gioco in quanto era a conoscenza dell’esito finale vincente. Il suo Stato, il Giappone, finn dal principio fu vincolato all’Alleanza USA per amministrare il dominio dell’Asia. Tutto ebbe un corso regolare senza troppi scossoni fino a quando…

I giovani  europei  crescevano ignari; marciavano in fila per due, scolaretti dai canti di gloria alla Patria, in divisa militare e finti moschetti sulle spalle pronti a combattere e morire per la Patria che aberrava il mondo socialista di altra scelta, atea e comunista amica dei cinesi detti “Pericolo Giallo” senza sapere die essere parte integrante del vecchio piano Théodore Roosevelt, enigma irrisolto di una partita militare rimasta in sospesa a ‘inizio secolo: conquistare la  Russia. Il piano verrà portato avanti da Franklin Roosevelt

Tornando al Salon d’Automne e i meccanismi che lo governavano, nell’Autobiografia di Alice T. Toklas, la scrittrice ci racconterà in un brevissimo dialogo a tre: Alice Toklas, Gertrude Stein e Pablo Picasso, sulle motivazioni e fini del   Salon d’Automne, in quello che non doveva essere un normale “Salon d’Arte” per cui fu fondato, ma una volta conquistato dal capitalismo, essere la base logistica dei finanziamenti illeciti passati attraverso la copertura di Aste d’Arte.  (una sorta di Borse dell’Arte)
Quei finanziamenti, tenuti sotto controllo da prima di Monet in poi, ci porteranno  a comprendere perché l’Arte francese moderna si espanse nel mondo in modo così rapido e anomalo con l’ausilio delle Avanguardie.
Le “Avanguardie” la “Ecole de Paris” come la “Session d’Or” spagnola, avevano il compito di spacciare brutte opere d’arte in opere “tres magnifique”,
dove i collezionisti finanziatori erano tutti rigorosamente Cosmopoliti cospiratori a parte qualche piccolo malcapitato  che ci era cascato, strapagando uno scarabocchio artistico senza copertura finanziaria futura americana o Svizzera in quanto non coperto dalla “Organizzazione” etnica mondiale.

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Foto: Kiki in “Nu couché à la toile de Jouy,” by Tsuguharu Foujita, ( 8.000 franchi)

La lieve peluria sul pube di Kiki è un arbitrio dettato dalla morale giapponese che ne vieta l’esposizione pubica in quanto a riprova lei  narrerà nella sua biografia di modella su quelle sessioni di posa nel  1929:
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“… posai anche per Foujita. Ciò che lo stupì di me era il mio sesso depilato. Veniva spesso a metterci il naso per vedere se i peli  non crescessero durante la posa! disse… “Questo è più igolo … senza peli!
Perché hai i piedi sporchi? “.
Avevo l’abitudine di camminare a piedi nudi ed egli si era dimenticato di mettere i tappeti … “

 

La prima moglie di Tsuguharu Foujita fu giapponese, le altre due francesi. Sul finire del suo impegno, davanti al disastroso risultato della Seconda Guerra Mondiale, come altri artisti abbandonerà l’organizzazione e subirà la conversione al Cattolicesimo assumendo il nome di Leonard Tsuguharu Foujita. Le conversioni ebraiche in cristiane o cattoliche non sono ben viste tra gli ebrei, per loro è una sorta di tradimento mentre per gli interessati, è un addio ufficiale al mondo dei Fratelli e Patriarchi in quanto non più d’accordo sui metodi e la gestione dei risultati. Ciò accade sempre in tarda età quando gli uomini sapendosi prossimi al trapasso, prepara l’anima per il grande viaggio senza ritorno verso un altro mondo non più Cosmopolita.

Nonostante i servizi resi alla Francia, solo nel 1955 riceverà la Medaglia d’Onore, il grado di Ufficiale dell’Esercito Francese e la cittadinanza francese.

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Nel dopoguerra, il suo tour in sud america sarà un tripudio artistico di pubblico e vendite, ma sapendo il sud america essere diventata la seconda patria delle destre eversive europee esiliate senza subire un regolare processo, qualcosa non “quadra” nei suoi “disegni” eversivi.

Morirà di cancro in Svizzera nel 1968 quando le destre  internazionali cominciarono a rialzare la testa. Leonard Tsuguharu Foujita, lasciamolo sepolto in pace con la seconda moglie francese tumulati insieme nella cappella di famiglia da lui stesso progettata e costruita, ultimo suo “sforzo artistico” completato prima di riposare in pace. Dentro, sui muri, è possibile ammirare la sua sacralità affrescata dove evidenzia ancora  tutto l’orrore subito in guerra, morendo nel rancore per aver combattuto per una fede a lui mai ben compresa, (Atomica) esaltando l’armonia delle madonne, condannando la cattiveria degli uomini assassini.

Una cosa è possibile ammirare all’interno della cripta, ed è, che, nonostante tutte le pressioni subite dalla rivoluzionaria “Arte Moderna”, vedrete  l’esperienza interna sua d’Arte concludersi nell’ultimo respiro pittorico nel risorgere  tutta la sacralità della bistrattata “Arte Iconoclasta” combattuta per un intera vita, per poi tornare a decorare intimamente nella sua cripta, la spiritualità che torna a narrare i Segreti dell’Arte nel figurativo pregno di umani  o gloriosi difetti, espressioni che sui volti beati o dannati si manifestano senza parlare.

link: Cappella Tsuguharu Foujita
accenni artistici in lingua francese: di T. Fujita: 

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Dopo che divenne cittadino francese nel 1955, iniziò a seguire le lezioni di cattolicesimo, convertendosi infine nel 1959. Al suo batte-simo prese il nome aggiuntivo Léonard come riferimento sia al martire giapponese Leonard Kimura sia in omaggio a Leonardo da Vinci. Durante il suo periodo di istruzione cattolica, Papa Benedetto XV ha aperto le porte delle collezioni vaticane all’artista giapponese. Era particolarmente ammirato dalle opere di Giotto e dai murales della Cappella Niccolina.

Le opere di Foujita includevano sempre più scenari religiosi con un fascino particolare per la madre col bambino.

 

Kiki ?
Della nostra simpatica “Regina di Montparnasse ” che ne fu?
Ebrea come Man Ray come tutto il gruppo delle Avanguardie, è loro abitudine religiosa lanciare il sasso e poi scappare  trasferendosi per sicurezza personale negli Stati Uniti d’America come tanti altri altri artisti lapidatori intellettuali legati ai Servizi Segreti Cosmopoliti, fautori della Seconda Guerra Mondiale.
Ella morirà in sovrappeso avvelenata da alcol e droghe a Parigi, girando tra i tavolini misera come nell’infanzia zingaresca a leggere la mano dei clienti, lei , che dell’Arte fu una Musa prescelta, poi spia diseredata per aver rinnegato  l’operato della sua intera organizzazione.

Tsuguharu Foujita dei “fratelli” d’avventura delle Avanguardie nei bei tempi bohemien  e amanti di letto di una “sorellina” considerata meno di due di picche e da tutti, fu l’unico che si presentò silenzioso e sommesso ai funerali di Kiki, la modella dai piedi sporchi che si vendeva per poco: un letto caldo, una cipolla, un po di pane e una bottiglia di vino.

E del nostro Man Ray nel frattempo che ne fu?… Figura poliedrica è sotto indagine.

images.jpg3      kiki3                     MAN RAY                                                                                 KIKI

la ricerca continua …


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Alice B. Toklas e le Avanguardie 1900

La caduta degli Dei

Con le confidenze pervenute da Alice  B. Toklas su Césanne, cade definitivamente la prima testa di un artista dell’Avanguardia del Novecento invitando i collezionisti, prima di vantare di essere in possesso di un capolavoro  di Césanne, di valutare bene l’originalità del prodotto e comunque, chi vende, di avvertire il collezionista ignaro sulla truffa avvenuta alle spalle dell’artista e diffidare dei quadri che riportano la data dal 1903 al 1906 anno di morte dell’artista.

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A riconferma l’arguta Alice B. Toklas dice su gli Stein: “… furono presto i privilegiati che potevano demolire le cataste di tela e frugare nel mucchio a proprio gusto”.
Cataste? Privilegiati? Un Mucchio di che e di chi? Di Paul Césanne.
Chi oltre al  mercante d’arte Ambrogio Vollar in quel periodo rivendeva ai collezionisti d’Arte ignari, i falsi quadri di Cèsanne e Daumier destinati al mercato USA?                                                                         Foto; Alice Babette Tocklas

Valore economico ed artistico 

I quadri di Cèsanne dal 1900 in poi, se stimati oggi,  il reale valore verrebbe dimezzato o addirittura annullato, oppure, ridotto al valore di otto ore di lavoro di due servette polacche immigrate a Parigi nei primi del novecento, che pur dipingendo bene come copiste  i quadri di Césanne,  lavoravano al primo piano della bottega di Ambrogio Vollar dipingendo di fresco i futuri quadri attribuiti a Paul Césanne. Alice Toklas, per aver fatto la spia pubblicando la notizia sul suo capolavoro di Biografie , verrà punita severamente.

Sul finire dei suoi anni, Alice B.Tocklas, invecchiata, rimasta sola. Ella verrà espropriata di tutti i suoi beni personali dalla famiglia degli eredi Stein, espropriata di tutti i quadri accumulati e relativi capitali personali e ridotta in miseria. Ma poco importa alla piccola  Alice Toklas  di  quella “robaccia” della quale sapeva il vero valore perché priva di magia artistica di Césanne.
Ella volle infine – pagandola anticipatamente qualche anno prima – essere tumulata vicino a Gertrude Stein, compagna e unica vera “
amica del cuore”.

Ai collezionisti 

I collezionisti di tutto il mondo oggi hanno il diritto di chiedere le perizie e il rimborso della spese sostenute per l’acquisto di quadri di Césanne e che, a sua volta, il venditore d’Asta girerà al rivenditore precedente le spese e cosi via fino arrivare al patrimonio di famiglia dei veri truffatori: Ambrogio Vollar e gli eredi Stein. A quel punto dopo le controversie giuridiche e critiche si può ricominciare da capo e rilanciare sul Mercato la stessa merce al prezzo che un estimatore  decide in cuor suo il valore di partenza o che voglia esso  sostenere.
Che altro c’è da dire su questa brutta “Storia dell’Arte”, è che verrà richiamata in causa  per rispondere di altre malefatte nascoste presenti tra le pagine in svolgimento di questo Blog, L’arte delle Avanguardie verrà citata rea imputata più volte, artisti compresi. Qui in FiloRossoArt non si cerca la Verità, ma la Realtà, ovvero ciò che è successo veramente. “Qui da noi si fa così”, si vuol sapere storicamente come sono andati i fatti e rendere Giustizia all’Arte per  liberarla dai Mercanti di diamanti di vetro e Vergini innocenti bistrattate.

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Ma chi era veramente Alice Babette Tocklas la gentile signorina americana il cui volto assomiglia a un noto poeta francese misteriosamente defunto a finire Ottocento? Che reato ha commesso per essere diseredata dopo una vita di Servizi Segreti  resi agli USA  in Francia assegnando documenti falsi e  cambi di identità nelle relazioni pericolose di agenti segreti americani nella preparazione e svolgimento della Prima e Seconda Guerra Mondiale?

Le indagini continuano…

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Alice T.

DADA: la Nascita (4) – SHOCK’ART

DADA: Le lettere anonime

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SHOCK’ART
«…perché le loro opere,
rifiutate quando stavano in vita,
oggi sono diventate popolari»

Erica Bisetto
Tesi: anno accademico 2014/15,

Che ogni uomo gridi: vi è un grande lavoro distruttivo,
negativo da compiere. Spazzare, ripulire. La pulizia
dell‟individuo s’afferma dopo lo stato di follia,
di follia aggressiva, completa, d’un mondo lasciato
nelle mani di banditi che stracciano e distruggono i secoli.
Senza scopo né disegno, senza organizzazione: alla follia
indomabile, la decomposizione.»
Tristan Tzara,

Manifesto DADA:. Tristan Tzara,

Basterebbero soltanto quelle due note a citazione per comprendere appieno che DADA non fu un movimento artistico ma un movimento ordinario per il disordine. Per fare ciò ci vogliono giovani cadetti coscienti che abbiano voglia di dimostrare in pratica le lezioni apprese nelle Accademie Militari.
Un Manifesto è un atto costitutivo pari a un giuramento per gli adepti  che vi aderiscono , e le parole schizofreniche del rumeno Tristan Tzara (fondatore zurighese) sono già intrise su ciò che sarà la pulizia etnica che avverrà ad opera del gruppo dadaista dissoltosi in Germania nelle maglie naziste:

La pulizia dell’individuo s’afferma dopo lo stato di follia,
di follia aggressiva, completa, d’un mondo lasciato
nelle mani di banditi che stracciano e distruggono i secoli.

continua Erica Bisetto nella sua tesi di Laurea:

È una repulsione istintiva, quasi atavica, ad essere evocata da quest’arte “. Eppure, ciò che dovrebbe essere naturalmente rifiutato non solo è accettato, ma prolifera e SI insinua fino all’interno delle istituzioni più prestigiose. Dove finisce la sua forza d’urto? Come puoi convivere ammirazione e ripugnanza? Perché, insomma, l’arte degli ultimi anni ha scelto lo shock?
Che ci sia stati momenti nella storia dell’umanità ove si sia fatto uso della  Shockterapia, le pagine di storia moderna sono intrise di ferocia progettuale oltre il limite umano, quasi rasente il castigo divino per tanta esagerazione avvenuta. Le opere classiche di letterature sono le migliori fonti informative sulla quantità e metodi di shock utilizzati, e, per quanto vogliamo negarlo, l’effetto sorpresa genera sempre shock. Per operatori militari quale si riveleranno poi i DADA, lo shockterapia sarà una pratica costante nei mutamenti di umore della loro Arte.  Lo scandalo, l’ingiuria, la falsità, la follia, il crimine, la crudeltà sono pratiche attinenti alla creazione di un effetto  Shock.
Dopo Fauve, Cubismo e Dada lo shock in arte diverrà una prassi quotidiana.
Continua Erica Bisetto:
Che qualche momento della storia sia stato un altra sopraffazione operata dallo shock ai danni di altre categorie può essere, in definitiva, ad attribuire un valore alla retorica dello shock. Affrontare in quest´ottica il tema dello  shock   significa allora, primariamente ritrovare l’originario significato di un termine la cui pervasiva presenza nel discorso critico si associa alla mancanza di un qualsiasi riconoscimento a livello minore del suo impiego, giacché né l’arte né, tanto meno, la storia dell’arte compaiono nelle proposte,  proposte dai presenti anche affronte dell ‘ormai consolidata istitu-zionalizzazione della retorica che fa dell’elemento sorprendente, perturbante, innovativo la struttura stessa del racconto storico, scandito fino all’approccio scolastico alla materia da una sorta di ritmo del capolavoro

(…) DADA è imporre la capacità di adunare i martiri fratelli per disorganizzare la plebe, concetto estetico adottato dagli esuli: la clandestinità occultata e il brigantaggio
Le Lettere anonime, i pizzini, i portaordini, le staffette ecc. erano le formule più consone per comunicare, minacciare, ribellarsi, arte malavitosa utilizzatrice della famigerate “lettere o letterine  anonime” di chi vuol ferire senza essere scoperto.

La lettere anonime sono il ceppo su cui poggia Dada che sceglierà queste come modello di comunicazione tipica delle società anonime perché Avanguardia cosmopolita e quindi, perennemente mimetizzata nelle avventure strategiche. L’anonimato, l’indecifrato, l’incomprensibile sarà il linguaggio ideale delle loro operare azioni di sabotaggio e disordine sociale. Manipolare senza farsi scoprire, questa è l’arte delle arti: l’inganno.

Le droghe

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Il cubismo il dadaismo il surrealismo sono discipline pittoriche capaci di creare illusioni ipnotiche enigmi risolvibili solo in presenza di droghe. Quindi  “Basta con l’alloro!”, decantava Charles Pierre Baudelaire: Viva! l’Assenzio, la Belladonna, la Morfina, l’Oppio ecc. Baudelaire sdoganava in Francia agli artisti l’uso di nuove droghe inscritte nel  suo capolavoro:  “I Fiori del Male“. Baudelaire in quel capolavoro ci descrive in modo criptato gli effetti reali e i danni collaterali di ogni singola droga sotto la sua ipnosi sa  genere.
I Fiori del Male è in sostanza un opera “botanica” per Baudelaire alla scoperta meticolosa dei veleni storici dell’Arte diventando egli stesso  la cavia numero zero,  cavia intelligente che attraverso metafore ne descrive gli effetti paradisiaci o i devastanti inferni paranoici di  quei veleni botanici assunti in corpo, aspirati  o disciolti nelle vene  come profumi  o sostanze mediche sottoponendosi viaggiatore chimico sottoposto ai potenti veleni e sappia tenere sotto controllo la ragione per descrivercela nei minimi dettagli prima di dissolversi nelle forme e figure etere lontane, irraggiungibili alla ragione, luogo astratto dove le geometrie e colori si scompongono e tra questi le parole.

L’opera  “Fiori del Male”  diverrà per le Avanguardie parigine un manuale d’uso, , non solo guida per gli artisti ma anche per letterati ,  medici e farmacisti. Negli anni diverrà Charles Baudelaire una stella guida e ispiratrice della letteratura mondiale. Opera sogget-ta a mille interpretazioni perché criptata.  Siamo a fine ottocento e la conoscenza messasi a disposizione della scienza  voleva sapere tutto, scoprire nuovi mondi fino a ieri vietati, sconosciuti al puritanesimo e  alle religioni dominanti.

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I Cosmopoliti volevano approfondire e sperimentare tutte le scienze spalancandone di nuove nascoste dentro, preferendo le idee pratiche alle ipotesi dogmatiche o divine per avviare nuove industrie mai prima viste, nuovi modelli di pensiero, nuove mode, nuovi prodotti. L’arte nella scienza ampliava i propri confini non più contenibili nel figurativo, quindi doveva distruggere il vecchio per creare il nuovo; in due parole: “Rivoluzione Permanente” dichiarando guerra non alla Borghesia, falso concetto dadaista di classe in Arte, ma ai “Conservatori” che tutto vogliono immutato nel tempo. Ecco perché nel cosmopolitismo ebraico non si  trova mai nella Bibbia la parola Eterno. Non esiste. Tutto è mutevole sotto la spinta che animi le rivoluzioni, moto perpetuo degli astri celesti rotanti  nel cosmo infinito. A Dada non importa sapere il risultato immediato della propria Arte ma gli effetti che essa genera sulle cause dei movimenti istintivi per dargli una Direzione.

CAOS

Nulla è  preordinato dice il “Libero Arbitrio” ma non sapendo nulla del domani cosmico ecco che nel Caos si attinge non alle idee, ma alla sperimentazione mai prima azzardata. Scomporre per ricomporre, tagliare per disassemblare, ressemblante, e assemblare nell’unito, sovrapponendo cose e cose e parole senza una ragione precisa in quanto la ragione è sinonimo di “conservatorismo”, ecco il motivo de Genio/i nella storia che mai ebbero lasciato per iscritto nulla, lasciando l’interpretazione libera ad ogni Arbitrio.

Gli artisti e letterati sottoposti agli effetti ipnotici di droghe, cominciarono – con una serie di esplosioni dinamitarde al rallentatore – a rappresentare la dissociazione tra forma e colore incamminandosi verso la scomposizione frammentata con l’utilizzo di spatole e pennelli per confinate nella forma figurativa. A partire dal 1839 la rivoluzione artistica fu certamente condizionata durante il Romanticismo causa la nascita delle prime  macchina fotografichePer svincolarsi da questo abbraccio mortale impari per alta definizione dei solfuri,  ecco che gli artisti lanciano la sfida  dell’uomo contro la macchina fotografica facendo cose che la stessa macchina non poteva fare, produrre immagini la dove all’obbiettivo era interdetto ad entrare: nella mente.

Saranno le “le nuove tecniche ” pittoriche a determinare un  diverso approccio all’arte e non più la veridicità di rappresentazione della realtà nel fare alto di valore ad  un ritratto e una prospettiva.
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el 1823 nasceva il Realismo (pittura politica) come ultimo canto del cigno, poi, dal 1850  nasce l’Impressionismo , segue il Puntinismo  avviandosi al Postimpressionismo. Ma la macchina fotografica nel frattempo si evolve con lastre sempre più belle e precise nei contorni e finiture e quindi, la pittura comincia a pedalare in salita esalando fiato buffato fino a quando le Avanguardie che daranno vita a nuove discipline pittoriche simili alle primitive dell’uomo. Non più  rappresenteranno la realtà in Arte, ma l’effetto di droghe che nell’immaginario vive l’artista scavando  nella psiche (nuova materia medica di Freud) cervello sottoposto a bombardamento neuronico da parte di allucinogeni somministrati elaborando nel surrealismo le allucinazioni visive apparse.

Arte e Copyright

In quel percorso storico dell’Arte, in America nasce il Copyright, il Diritto di invenzione, Diritto d’Autore che coinvolgerà gli artisti capitalizzandoli, e che per tale malattia da denaro trasformerà tutti gli artisti in  manieristi, dando vita alle correnti estetiche dell’arte censurate e riservate al singolo. “Vietato imitare la mia arte”.
La ricerca o rincorsa costante verso nuova estetica diventerà una fustigazione costante per gli artisti non più liberi di aggiornarsi. Dada se non altro è meritevole di aver combattuto il monopolio stilistico in pittura facendo uso di spazzatura letteraria. Ecco le letterine anonime ritagliate dai giornali prendere forma e senso criptandole

occhio cerchiatoFoto: Hannah Hoch – “Occhio cerchiato” in codice (Alto Ufficiale)

Pittoricamente, il collage figurativo cubista darà i natali alla formula “pittorica”  dadaista, che a sua volta,  al tramonto della corrente isterica,  passeranno il diritto di Copy ai surrealisti.

Dira Kiki di Montparnasse di loro: “Usciamo con dei tipi che si chiamano dadaisti e altri che si fanno chiamare surrealisti, ma io non riesco a vedere questa gran differenza tra loro!”), notti in cella, ricoveri, eccessi…

La sovrapposizione delle immagini che fluiscono una dentro all’altra dando più punti di vista nella frammentazione del tempo in cui avvenne il fotogramma (flash) o dello spazio di tempo in cui avvenne la “scena”  fu il proseguo dell’esperienza psicoanalitica, psichiatrica e psichedelica delle droghe. Ciò vale per tutte le correnti del Novecento.

Ma i dadaisti  molto presto si rendono conto che le immagini figurative non erano più sufficienti  per combattere l’ideologia marxista che imperversava in Europa infastidendo la  Borghesia industriale e i Conservatore. I Cosmopoliti si resero conto che dovevano, non solo creare nuovi intellettuali  a sbarramento, ma nuovi poeti capaci si sintetizzare un concetto in uno slogan ,  ma per ciò ci voleva a monte in arma capace di combattere la parola logica della filosofia marxista. La guerra stava unificando i dialetti dei combattenti nella unica lingua nazionale. I sondati umili imparavano a leggere e  i lavoratori  stampavano i loro quotidiani. Bisognava attaccarli sul territorio del lessico.
Dada individua la Parola facendola sua arma d’attacco. 

I Capannelli

Il “Krarsch ttinraas add sre ti ututur tu tsm ecc” sproposito dadaista, corrispondeva al nostro “bla bla bla bla bla” con gli indici nelle orecchie di chi parla ma non ascolta, gesto ritenuto maleducato o provocatorio per  interrompere o scanzonare il proselitismo marxista o la discussione dei capannelli di piazza. In  Europa i capannelli di piazza erano molto diffusi e affollati, or non più. Il Capannello era una “sorta di dialogo”   dove si sfidavano due opposte fazione di pensiero oratorie e le persone in circolo seguivano la discussione imparando molte cosse, apprendendo  molta cultura, cambiando opinione in basa alla ragione di diritto. il capanellismo di piazza (non più di moda) poteva adunare fino a 30 spettatori e moltiplicarsi in decine e decine di adunanze diverse  nella stessa piazza. I più frequentati erano quelli domenicali. Quindi la provocazione DADA cominciò a dare spettacolo  di se blaterando frasi sconnesse tra i capannelli.   

L’Analfabeta funzionale: 

La metamorfosi intellettuali nelle masse è compito degli intellettuali, ovvero, coloro che facendo della parola un arte sanno generare in scrittura profonde ipnosi stabili convertendo spesso la ragione. Ma erano pochi quelli che sapevano leggere e scrivere a quei tempi, quindi confondere le idee al popolo con l’oratoria è sempre stata una cosa  possibile. Nascono i DADA, disturbatori di piazza, teatro, e oratoria contro la Ragione Umana attraverso l’uso della parola sconnessa o raggirata.

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Poesia DADA

” Prendete un giornale. Prendete le forbici.
Scegliete nel giornale un articolo della lunghezza che desiderate per la vostra poesia.
Ritagliate l’articolo.
Ritagliate poi accuratamente ognuna delle parole che compongono l’articolo e mettetele in un sacco. Agitate delicatamente
Tirate poi fuori un ritaglio dopo l’altro dispo-nendoli nell’ordine in cui sono usciti dal sacco.

Copiate scrupolosamente.
La poesia vi assomiglierà.
Ed eccovi divenuto uno scrittore infinitamente originale e di squisita sensibilità,
benché incompreso dal volgo.”
Trattto da : Tristan Tzara, “Per fare una poesia dadaista”

continua….


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Picasso: Accademia delle Brutte Arti

Picasso: “Chi crea una cosa è costretta a farla brutta”

Cominciare con un titolo simile è scoraggiante per chi conosce Pablo Picasso come l’artista che a rivoluzionato l’estetica della rappresentazione figurativa in pittura nel 1900. Con la sua invadenza rivoluzionaria, il pittore spagnolo ha  contaminato e distrutto l’epoca della bella pittura, offrendoci  in alternativa, brutte raffigurazioni spacciate per “moderne”.

Picasso è stato un caposcuola europeo operante prevalentemente a Parigi e, per circa una ventina di anni conquisterà il primato assoluto di artista rivoluzionario , surclassato solo nella seconda metà del ventennio da muovi maestri pittori europei fondatori di nuove correnti, discipline artistiche e pensieri d’Arte. Il sorpasso a Picasso fu  lento e graduale in quanto le due guerre mondiali di mezzo sono state feroci, distruttive e disastrose, sia a  livello umanitario che urbano, subendo una brusca frenata l’accelerazioni che le Avanguardie avevano imposto. La frenata fu data dal neoclassicismo, Arte Monumentale di Regime,  rappresentazione marmorea quasi burlesca dell’Impero su modello classico greco-romano. Ciò valse anche e sopratutto per gli abitanti dell’altra sponda atlantica che del’imperialismo romano se ne erano invaghiti. 

E’ ridicolo pensare che un solo artista abbia da solo messo in piedi una simile rivoluzione estetica come quella picassiana cubista e che ci ha spinto in massa nel modernismo del XX° secolo, ma, che, un esercito di altri artisti abbiano dato un sostenuto contributo estetico e di sangue alla rivoluzione avvenuta, lo possiamo asserire oggi col senno di poi a secolo concluso.

 

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La storicizzazione degli eventi sostenuti delle Avanguardie del 900 non separano e non scagiona-no in toto il loro impegno dal resto delle rivoluzioni industriali di ieri e da queste ancora in corso nel mondo; rivoluzioni di  gran lunga superiori a quelle dell’Arte, ma tenute sempre lontane dall’Arte rispetto a ciò che oggi osanniamo. 
La domanda  legittima da porsi è la seguente. ” E’ l’Arte che ha rinnovato l’industria e la società, oppure è l’industria che finanziando più del dovuto l’Arte l’ha spinta a rinnovarsi fin oltre l’immaginario?”

Quando si cita l’Industria, i suoi laboratori di ricerca, l’economia indotta che ha generato e le lotte sindacali per la gestione e ripartizione dell’utile, non possiamo non mettere in campo la Politica, e, quando si dice politica, si dice rivoluzione. Ma la Rivoluzione non è la politica, ma è una rotazione sconvolgente distruttiva assecondo della velocità da sostenere, sia essa  rinnovatrice che, conservatrice, difensiva. propositiva specie se  sostenuta da moti acceleranti come i cippi elettrici che sviluppano forti campi e tensioni per lo sviluppo e la crescita scientifica.

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L’industria comincia a generare esseri semoventi che l’arte non aveva concepito e ne compreso.

Quindi, nessuno può arrogarsi il diritto di essere il titolare della parola Rivoluzione, tanto meno dare un senso morale alla questione. La Rivoluzione, per chi la subisce, è un Ciclone inarrestabile non annunciato; diversa lo è per chi la promuove e la esercita come spinta animatrice di cambiamenti. La Rivoluzione è il Ciclone dei Ciclo: forza in rotazione centrifuga o centripeta non sempre controllabile o governabile e quindi bisogna domarla. Alla famiglia dei cicloni appartengono gli uragani, i tifoni, i tornado e le trombe d’aria, esse sono forze classificate diverse che si dissolvono consumandosi sul loro cammino distruttivo. Insomma, la parola Rivoluzione è inaspettata per chi la subisce ed è voluta e programmata da chi la organizza.
Possiamo asserire che “il cubismo”  è stata una forza rivoluzionaria presente nell’Arte perché insurrezionalista, animata da forze distruttrici.
Ma rivoluzionario per conto di chi? Se nel novecento le rivoluzioni in moto erano migliaia in tutti i campi, a partire dall’ago e filo diventato macchina da cucire, dallo straccio della polvere diventato aspirapolvere, dalle mani dei panettieri diventate impastatrici industriali, alla falce contadina diventata trebbiatrice, dal martello operaio diventato maglio, la spada del soldato divenuta carro con mitragliatrice ecc. La parola Rivoluzione appartiene a tutto il genere umano e nessuno può vantarsela sua.

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E il quadro?…

Niente rivoluzioni: da quadro è rimasto sempre quadro riquadro quadrato.
In Arte, nel 900, le cose non sono tanto mutate.
Eppure una mutazione rivoluzionaria il quadro l’ ha a avuta, ed è  stata la più straordinaria rivoluzione che Arte poteva donarci: la fotografia, divenuta cinema e Televisione animata.

Il quadro, quale supporto depositario dei nostri desideri immaginifici,  rappresenta da sempre la vita dell’ l’uomo con tutti gli addobbi estetici delle sue creazioni. La vera “rivoluzione” in Arte si manifestò solo verso la fine del secolo XX°.

I tentativi nei secoli precedenti di staccarsi dalla rappresentazione Classica, Iconoclasta, Rappresentativa ed Estetica, apportarono solo delle varianti modeste sulla frammentazione del “soggetto immagine” (vedi cubismo) o l’utilizzo del solo colore decorativo cercando di dare nuove forme geometriche o spaziali alle immaginazioni mai rappresentate prima. Ciò che ci ostiniamo  ancora oggi chiamare Arte, non è mai uscita dalla sua cornice di quadro o rettangolo appeso al muro, sia esso: affresco, murales, quadro, foto, manifesto, souvenir ecc. Eppure, tra i tanti quadri nel mondo appesi al muro,  lo Schermo regna sovrano!  In Arte, dentro quel riquadro  si sono aperti nuovi scenari incredibili vanificando il più prezioso quadro esistente al mondo. La vecchia Arte pittorica, si avvarrà dello schermo per rendersi pubblica. 

Il vecchio modo di fare arte  di fine ‘900 è andato in soffitta.

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Tornando al nostro impiastratele Pablo Picasso, caposcuola di un pensiero modernista  che ha aperto mille nuove vie e possibilità ai futuri disegnatori, artisti e grafici mondiali, muovere una critica artistica sana o demolitrice su Picasso, è un compito arduo e difficile da sostenere per mancanza di prove, fino a quando, si viene in possesso di una serie di informazioni inquietanti sul suo conto.

Da Picasso in po in Arte tutto sarà permesso e possibile, ed altro ancora, ma possiamo parlare serenamente d’Arte in futuro davanti alle sue opere guida? Abbattere un imponente elefante minaccioso con un fucile a canne mozze, ci da modo di capire sul sacrilegio che si adempie contro Natura, ma se l’animale, avvicinatosi troppo mette a rischio la sopravvivenza del minacciato, la sfida si conclude senza troppi preamboli e rancori. Si spara.

Così succede quando ci si trova davanti a un  dinosauro dell’arte come Picasso per  capire come sia stato possibile tanto sacrilegio da lui perpetrato nei confronti dell’Arte e i meccanismi che hanno permesso tutto questo  possible.

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Pablo Picasso, per la storia dell’arte, è l’ascia implacabile che taglia di netto l’arto con il quale l’Arte aveva raggiunto un altissimo raffinato livello espressivo e decorativo, stramazzandola a terra. All’accusa di retrograda mossa dall’Avanguardia all’Accademia, dava modo di far nascere la nuova “Accademia delle Brutte Arti”.
Tutto ciò è passato in silenzio attraverso una escalation che ha le sue origini nelle rivoluzioni cosmopolite dell’Ottocento e Novecento, incolpando esse  la neonata fotografia di contrapporsi con una immediata immagine della realtà. Quindi, si diceva che, se gli artisti classici trovandosi senza lavoro non  si fossero riciclati alle Arti Moderne sarebbero morti di fame.

Alla luce di quanto detto, addentriamoci come pulci tra i peli di quel gorilla che Gustav Klimt ci aveva segnalato nella sua opera dedicata a Beethoven, seguiremo il Mostro nel suo fagocitare d’Arte per mettere a segno altre mire. Ora scopriamo le prove e i meccanismi dove la Brutta Arte s’impose con l’inganno sulla bella Arte:

Da “Picasso” di Gertrude Stein ediz. Adelphi:


Per Picasso la pittura fu sempre un mestiere:
un fatto di quel tempo è significativo al riguardo. A Parigi c’era una scultrice americana che desiderava esporre al Salon le sue tele e le sue sculture. Al Salon aveva sempre esposto scultura fuori concorso, (…) non desiderava esporre scultura e pittura insieme, allo stesso Salon; chiese dunque a Miss Toklas di prestarle il nome per i quadri, e lei acconsenti. I quadri furono accettati col nome di Miss Toklas; erano nel catalogo, noi avevamo il catalogo.
La sera del vernissage Picasso era a casa mia. Gli mostrai il catalogo e gli dissi: ecco qua Alice Toklas e non ha mai toccato un pennello e ha avuto un quadro accettato al Salon. Picasso divenne di fuoco. Non e possibile, disse, deve avere dipinto a lungo, di nascosto. Mai vi dico, risposi. Non è possibile, disse, non è possibile, quella del Salon è cattiva pittura, ma anche così, se uno sa dipingere come suo primo quadro un quadro che viene accettato, vuol dire che non capisco niente di niente.
Calmatevi, gli dissi, no, il quadro non l’ha dipinto lei, ha solo prestato il suo nome. Era ancora un po’ scosso. No, ripete, bisogna sapere qualcosa per dipingere un quadro, bisogna, bisogna.

Sapere che cosa?

Quesiti :

  1. la prima perplessità sorge quando Stein dichiara: “avevamo il catalogo” … avevano il Monopolio del Salon?
  2. la seconda sorge nel sapere  Alice Toklas poteva disporre degli “eletti” al “Salon d’Automne” , suo noto vizietto quello poter  cambiare le identità alle spie.
  3. Picasso: “quella del Salon è cattiva pittura” e tale doveva restare… Perché?
  4. Picasso 120.000 quadri eseguiti in vita… quanti al giorno?

Leggendo i loro testamenti, la corsa delle Avanguardie alla fatturazione di brutte opere d’arte super pagate. nascondeva già allora – come oggi – una curiosità legittima e un dilemma irrisolvibile per i collezionisti e gli artisti di tutto il mondo. “ Perché costavano cosi tanto quei quadri se erano  volutamente delle brutte opere?”

Continua: IN CANTIERE la parte seconda

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